Lombardia: continua la strage di morti sul lavoro
L'onorevole Paolo Grimoldi della Lega: "E' inaccettabile, bisogna intervenire"
Lombardia: continua la strage di morti sul lavoro. Ad oggi sono 50 i decessi nella nostra regione. A novembre 8 gli infortuni mortali, 3 nell'ultima settimana. Fra questi annoveriamo anche l'imprenditore colpito da malore mentre stava lavorando in un cantiere a Veduggio e un operaio a Brescia.
Lombardia: continua la strage
Sono 50 i morti sul lavoro in Lombardia dall'inizio dell'anno. Il numero maggiore si è registrato nella Città metropolitana di Milano con 14 decessi, seguita dalla Ats Valpadana con 10 morti.
Dati che non tengono conto degli infortuni "in itinere", di quelli non comunicati alle Ats, come ricordano i sindacati di Cgil, Cisl e Uil che hanno lanciato l'allarme. Il dato reale quindi è molto più grave. Altrettanto drammatico il dato degli infortuni gravi, nessuno viene risparmiato.
I settori più colpiti
Agricoltura, industrie e costruzioni sono i settori più colpiti e per cause ricorrenti: urto con oggetti, cadute dall'alto, ribaltamento da mezzi agricoli.
"Come organizzazioni sindacali - ribadiscono Cgil, Cisl e Uil - da tempo solleviamo il problema a tutti i livelli istituzionali. Nonostante l'impegno su questo fronte e la volontà di un piano straordinario per la prevenzione, realizzato tuttavia con le sole risorse provenienti dalle sanzioni comminate dagli enti ispettivi".
Cgil Cisl e Uil continuano "a chiedere risorse anche aggiuntive a quelle derivanti dalle sanzioni, personale e piani programmati di intervento anche nei settori meno indagati, come quello degli appalti. Occorre anche un impegno comune sulla formazione continua e adeguata ai cicli produttivi, non solo per il personale preposto".
"Per questa ragione - scrivono ancora le tre organizzazioni sindacali - abbiamo più volte richiesto un incontro con l'assessore regionale al Welfare, anche per valutare quali azioni straordinarie si devono mettere in campo, a fronte del permanere di un grave problema per tutto il mondo del lavoro".
I rappresentanti dei segretari confederali continueranno a manifestare la loro preoccupazione con iniziative a livello territorio, sollecitando "con la massima urgenza un incontro con le istituzioni per individuare nel più breve tempo possibile soluzioni adeguate".
Grimoldi: "E' inaccettabile"
Quindi, continua Grimoldi, "chiediamo al Governo di attivarsi per un piano nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro, che preveda incentivi e sgravi per chi investe nelle misure di sicurezza, di prevenzione e di controllo sui luoghi di lavoro, un piano che preveda maggiori ispezioni e maggiori sanzioni per chi non si adegua e per chi non garantisce il massimo della sicurezza sul posto di lavoro. Servono maggiori risorse e strumenti, da estendere poi a tutte le Regioni".