L'omicidio del capo della curva dell'Inter pianificato in un appartamento di Omate
E' quanto emerge dalla confessione di Andrea Beretta, mandante dell'uccisione

L’uccisione del ras della Curva dell’Inter fu pianificata in una casa di Omate.
La confessione di Beretta
E’ il risvolto clamoroso che emerge dalle confessioni di Andrea Beretta, 49 anni, mandante dell’omicidio di Vittorio Boiocchi; Beretta è reo confesso in carcere e a sua volta autore materiale anche dell’omicidio di Antonio Bellocco.
Racconto, il suo, che ha fatto scattare la scorsa settimana nuovi arresti nella vicenda che vede già in carcere lo stesso Beretta, Marco Ferdico, 39 anni, e il padre Gianfranco, 61 anni. A finire in manette sono stati Daniel D’Alessandro e Andrea Pietro Simoncini (suocero di Marco Ferdico), considerati gli autori materiali del delitto di Boiocchi del 29 ottobre del 2022, a Milano.
Faida per il controllo degli affari illeciti collegati alla curva di San Siro
Ed è proprio Beretta davanti al pubblico ministero che lo interroga a svelare come tutto sia stato pianificato circa cinque mesi prima di quel 29 ottobre di tre anni fa in quella che lui in un primo tempo indica come una casa di corte "vicino al Leroy Merlin di Agrate".
Le indicazioni che hanno portato alla casa di corte di Omate
In realtà il noto store si trova a Caponago e quel posto vicino è a Omate, frazione di Agrate. Gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia ci arrivano chiedendo a Beretta di ricostruire il tragitto compiuto in auto, disegnando la mappa, da Leroy Merlin fino all’appartamento raggiunto insieme a Marco e Gianfranco Ferdico, che quella casa l’avevano nelle loro disponibilità, pur non risultando residenti ad Agrate (sono di Carugate).
Nell'appartamento la riunione per pianificare l'omicidio di Vittorio Boiocchi
Una sorta quindi di punto d’appoggio, frequentato da più persone, intestato ad una donna per un certo periodo effettivamente residente ad Agrate. A padre e figlio viene contestato anche di aver messo a disposizione i mezzi di trasporto e l’arma usata per l’esecuzione di Boiocchi.
Un piccolo appartamento, quello di Omate, individuato dagli inquirenti anche incrociando le celle telefoniche dei protagonisti; viene descritto con un soppalco, all’interno di una casa di corte, indicata di colore giallo, in piazza Trivulzio.
Qui, sempre secondo il racconto di Beretta, i tre si siedono attorno ad un tavolo per pianificare l’omicidio di Boiocchi, distribuendo i compiti. Pare dietro un compenso di 50mila euro.
Nella casa di Omate anche l'autore materiale dell'omicidio
Soldi in parte destinati a coloro che vengono incaricati di eseguire materialmente il delitto: D’Alessandro e Simoncini. Entrambi questi ultimi spuntano successivamente anche loro nell’appartamento di Omate che sarebbe stato lasciato in uso ai due dopo l’esecuzione dell’omicidio; una sorta di rifugio.