Mazzette e regali per gli appalti, il Comune di Desio si costituisce parte civile
Coinvolto nell'inchiesta uno dei dipendenti, Francesco Bonasera, residente a Bovisio Masciago.
Anche il Comune di Desio al processo per corruzione nato dagli affari di Francesco Tallarita, l’imprenditore di Verano Brianza travolto da un’inchiesta sui lavori di manutenzione del verde per enti pubblici in Brianza. Da parte dell’Amministrazione è stata annunciata l’intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento la cui udienza è stata fissata per il prossimo 3 luglio, davanti al Gup del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti.
Mazzette e regali, nel processo il Comune di Desio si costituisce parte civile
Il coinvolgimento del Comune di Desio riguarda la posizione di Francesco Bonasera, residente a Bovisio Masciago, all'epoca dell'inchiesta in servizio all’Ufficio tecnico di Desio. Nell'ambito delle indagini vengono contestati vari casi relativi a gare per la manutenzione di aree verdi o altri lavori come il servizio neve, in cambio di piccole somme in contanti, o varie regalie, come i classici cesti natalizi con bottiglie di pregio. In un caso anche un grosso carico di legna per il camino, scaricata direttamente da uno degli autocarri della Ti Effe Service di Tallarita sotto casa di Bonasera, responsabile di un contratto da sottoscrivere con il Comune di Desio. Bonasera, nei mesi scorsi, aveva ottenuto l’annullamento della misura cautelare.
Accuse di corruzione, turbativa d'asta e falso
A maggio 2022 erano state cinque in tutto le persone raggiunte da misura restrittiva con accuse di corruzione, turbativa d’asta, e falso (tutti agli arresti domiciliari). Oltre al veranese Tallarita, anche Angela Galbiati, cittadina biassonese, funzionaria dell’ufficio Lavori pubblici del Comune di Pessano con Bornago, il caratese Giovanni Mancini, capo del Settore gestione territorio nel Municipio di Biassono, e Stefano Buccino, architetto milanese, dipendente della Provincia di Monza e Brianza. Uno "spaccato criminale allarmante e inquietante" secondo gli inquirenti, quello emerso dall’inchiesta su Tallarita, incensurato, il quale, stando al pm Carlo Cinque, ha creato una rete di contatti grazie alla quale riusciva ad accaparrarsi molti appalti di piccola o media rilevanza (totale stimato due milioni e mezzo di euro, per un profitto illecito di circa 260mila euro) attraverso tre società a lui riferibili, utilizzate a turno per aggirare il principio di rotazione di affidamenti.
Anche Lentate intende chiedere i danni
Quello di Desio non è l’unico Comune sceso in campo dopo l’inchiesta. Il Comune di Lentate sul Seveso ha infatti intenzione di chiedere un risarcimento per danno d’immagine, dato che è finito nell’inchiesta essendo uno dei Comuni in cui Tallarita ha messo in atto un tentativo di corruzione. Andato a vuoto per la correttezza e l’onestà del funzionario Antonio Borghi, che nel dicembre 2020 rifiutò prontamente una busta con denaro contante nascosta in un cesto natalizio.