Non potrà più guidare i camion l'uomo che uccise il giovane Luca Marziano
Terminato il processo all'autista francese che nell'agosto del 2018 causò l'incidente in cui perse la vita il 15enne di Concorezzo.
Non potrà più guidare i camion l'uomo che nell'agosto del 2018 causò l'incidente in cui perse la vita il 15enne di Concorezzo Luca Marziano. Si è concluso a Nimes, in Francia, il processo che vedeva coinvolto l'autista.
L'incidente
Tre anni di reclusione (di cui due con la condizionale) e soprattutto il divieto di guidare nuovamente un camion fino alla fine dei suoi giorni. Questa la sentenza emessa dal tribunale francese di Nimes nella giornata di martedì 3 gennaio nei confronti del 32enne camionista francese che nell’agosto del 2018 causò un terribile incidente in cui perse la vita il giovane concorezzese Luca Marziano. Il 15enne, che si trovava in vacanza in camper con la sua famiglia, morì a causa delle gravissime ferite riportate nella collisione, mentre i genitori sopravvissero per miracolo. I Marziano, lo ricordiamo, stavano percorrendo l’autostrada francese A54 e procedevano verso il Portogallo, meta di una vacanza interamente dedicata al kitesurf. All’improvviso il camper, che procedeva lentamente nel traffico a causa di una serie di lavori lungo la carreggiata, venne tamponato da un camion, giunto sul luogo dell’incidente a velocità folle.
"Nel corso del processo è stato appurato che il Tir è arrivato a una velocità di circa 92 km all’ora, mentre noi andavamo a 19 - spiega Alessandro Marziano, padre di Luca - Il camionista ha cercato di giustificarsi dicendo che si era distratto, ma il rallentamento era stato segnalato diverse centinaia di metri prima... Senza contare che lui è originario del posto e conosce bene la strada, quindi sapeva che in quel punto c’erano dei lavori".
"Giustizia è fatta"
Tutte aggravanti che nel corso di questi mesi hanno portato alla condanna di tre anni e, soprattutto, al ritiro della patente necessaria per guidare i camion.
"Tra un anno circa il camionista potrà riprendere la patente per guidare le auto, dopo aver seguito una serie di corsi anche di tipo psicologico, ma non potrà più mettersi alla guida di un mezzo pesante - continua papà Alessandro - Al di là di tutto, questo era ciò che maggiormente ci interessava. Quell’uomo ha dimostrato di essere un pericolo, e non solo nell’incidente che è costato la vita al nostro Luca".
Nel corso del processo, infatti, sono venuti a galla altri particolari quantomeno inquietanti: dopo il tragico incidente dell’agosto del 2018, nonostante fosse sprovvisto di patente, l’uomo avrebbe continuato a guidare, violando anche in alcune occasioni in Codice della strada e provando a eludere anche un posto di blocco della polizia.
"Sapere che non potrà più guidare non ci riporterà indietro nostro figlio, ma allo stesso tempo ci fa pensare che giustizia sia stata fatta".
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