Crisi occupazionale

Peg Perego, il colosso dei passeggini annuncia 90 licenziamenti

Alla base della decisione la crisi della natalità, la forte concorerrenza cinese e la recente introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti

Peg Perego, il colosso dei passeggini annuncia 90 licenziamenti
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L'incubo che lavoratori e sindacati volevano scongiurare sta, purtroppo, per concretizzarsi: Peg Perego, il colosso arcorese di passeggini, carrozzine e giocattoli per la prima infanzia ha annunciato 90 licenziamenti nel sito produttivo di Arcore che, con tutta probabilità, partiranno dal prossimo mese di ottobre, quando termineranno gli ammortizzatori sociali.

Pochi bimbi, concorrenza cinese e i dazi di Trump

Sia chiaro non è un fulmine a ciel sereno. Già da parecchi anni  la crisi delle nascite e la forte concorrenza cinese avevano messo in ginocchio la Peg.  La crisi dell’azienda arcorese, a dire il vero, era già iniziata almeno una decina d’anni ed è stata appesantita anche dalla pandemia. Nei tempi d’oro il numero di dipendenti aveva toccato 500 unità circa, oggi sono 236. Nel 2023 le entrate sono state pari a 55 milioni di euro e sono diminuite del 23%. Si avvicina dunque l’epilogo di una crisi lunghissima che si trascina dal 2018 e che vede gli attuali 236 dipendenti in cassa integrazione da oltre 6 anni. Hanno avuto il contratto di solidarietà per 18 mesi e dal primo giugno la cassa integrazione straordinaria che scadrà a fine settembre.

L'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la recente decisione di Trump di introdurre i dazi. Una vera e propria mazzata dalla quale il colosso arcorese,  uno degli ultimi grandi nomi del Made in Italy rimasti sulla piazza e in saldo a mani nazionali da oltre 70 anni, faticherà a riprendersi. Dunque l’azienda fondata da Giuseppe Perego (ex disegnatore delle acciaierie Falck), corre verso  un altro pesante taglio di personale dopo anni di emorragia.

Le assemblee con i lavoratori

La doccia gelata per i lavoratori è arrivata nella giornata di oggi, mercoledì 4 giugno, durante le varie assemblee organizzate con i sindacati.

"La situazione aziendale si è aggravata e il quadro che è emerso ieri (martedì', ndr) durante la riunione con i vertici della Peg è davvero preoccupante - ha sottolineato Adriana Geppert della Fiom Cgil Brianza - Purtroppo, oltre alle difficoltà che già sapevamo, si è aggiunta la problematica legata all'introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti che, da una parte ha rallentato tantissimo le importazioni e dall'altra ha letteralmente scatenato il mercato cinese. La stessa azienda ha confessato che in una recente fiera del settore si è notato chiaramente un boom di espositori cinesi. Questo ha determinato un andamento degli ordinativi, nei primi mesi del 2025, in netto peggioramento. Questo porterà ad un aumento degli esuberi previsti fino a 90 su 236 lavoratori che attualmente lavorano ad Arcore. L'azienda a luglio procederà con l'attivazione della procedura di licenziamento collettivo che, con tutta probabilità, si concretizzera a partire da ottobre".

Ammortizzatori sociali terminati

Una decisione, quella della Peg, di procedere con i licenziamenti dettata anche dal fatto che sono terminate tutte le possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali.

"Da domani, giovedì 4 giugno, tutti i lavoratori saranno in cassa integrazione straordinaria fino al 16 di giugno - ha continuato Geppert - Poi riprenderanno a lavorare per una settimana.  Magari organizzeremo qualcosa in quei giorni ma stiamo lo decidendo in queste ore, vedremo. L'ideale sarebbe che il governo intervenga per prorogare il dicorso relativo alla cassa integrazione ma non è una soluzione facile".

Il declino della Peg

Fondata in città nel 1940, nel giro di poco tempo Peg riuscì a diventare leader mondiale nel settore soprattutto grazie a una forte spinta all’innovazione. Fu la prima azienda nel Paese a utilizzare il tessuto gommato al posto della lamiera e dei vimini allora in uso per fare viaggiare i bambini. L’espansione seguì da vicino quella di una società giovane che, uscita dalla guerra, sospinta dalla scoperta di un benessere più diffuso, riprese a fare figli con fiducia nell’avvenire. Gli inizi degli anni ‘60 rappresentarono un vero boom per l’azienda che riuscì ad offrire una vasta gamma di prodotti che spaziavano dai passeggini ai seggioloni fino alle macchinine e moto a batteria ricaricabili o a pedali. Prodotti che hanno permesso al colosso arcorese di proseguire sulla scia del boom negli anni ’80 e ’90.

 

 

 

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