Protesta

Scuole chiuse senza preavviso, i genitori insorgono

Anche l'assessore alle Politiche giovani Martina Sassoli è molto critica

Scuole chiuse senza preavviso, i genitori insorgono
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Scuole chiuse dall'oggi al domani, senza preavviso. I genitori sono già esplosi nel protestare davanti alla difficoltà di organizzarsi con il lavoro e la gestione dei figli per una decisione comunicata all'ultimo minuto. E minacciano di portare i bambini sotto Palazzo Lombardia domani venerdì 5 marzo 2021 quando tutte le scuole di ogni ordine e grado tranne i nidi saranno chiusi.

Da Salvagente alla Lombardia riparte dai bambini

Da Mirko Damasco di Salvagente onlus che da sempre si batte per la difesa dei diritti dei bambini al gruppo La Lombardia riparte dai bambini fondato dalla monzese Francesca Fiore. Sono in moltissimi in queste ore a dare voce ai genitori lombardi alle prese con una decisione che spiazza per la tempistica.  Non si poteva aspettare lunedì? "Dopo un anno siamo di nuovo allo stesso punto: scuole chiuse, bambini a casa e mamme che devono fare i salti mortali tra Dad e lavoro. Come faremo", si chiedono  le mamme del gruppo Facebook. Perché sempre sulle donne grava il peso di conciliare famiglia e lavoro. Fa eco la voce critica di Damasco: "La Lombardia chiude le scuole, con una nota stampa. L'ordinanza se va bene la vediamo stasera. Quindi scuole chiuse con un preavviso di 12 ore. Perché è evidente che la giornata di domani avrebbe portato un picco decisivo dei contagi. Appello a tutti i genitori che domani devono lavorare, scrivete a Fontana e alla Moratti. I bambini li tengono loro per domani." E  in tutti i gruppi di genitori su Facebook e in What'sApp, tra lamentele e timori, c'è anche un altro invito: "Adesso però si chiudano anche le chiese".

L'assessore Sassoli

Anche l'assessore alle Politiche giovanili del Comune di Monza Martina Sassoli è molto critica sulle tempistiche della comunicazione data alle famiglie, come lo è stato il senatore del Pd Rampi.  Di tutt'altro colore politico rispetto a Rampi (e dello stesso della Regione Lombardia), Sassoli però si fa portavoce del problema dei genitori (lo è anche lei, d'altronde). "Quella che è stata assunta oggi da parte di Regione Lombardia è una decisione antilombarda, non nel merito quanto nel metodo. Una scelta giusta, probabilmente, quella di porre rimedio a un’escalation pericolosissima di contagi. Una scelta un po’ meno corretta dal punto di vista dei tempi. Sei ore.
Sei. Sei ore per dire a quasi 5 milioni di famiglie di organizzarsi. A quasi 10.000 scuole di adeguarsi. A 200.000 lavoratori di attrezzarsi. A 1552 Comuni di rispondere alle migliaia di domande che- giustamente- i nostri concittadini pongono. Sei ore. Questa è la tempistica con cui dobbiamo, da bravi Lombardi, riorganizzarci per sconfiggere l’incognita della terza ondata".

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