Tutti assolti nel processo per Villa Sottocasa

La sentenza è arrivata intorno alle 14 dopo sette lunghi anni.

Tutti assolti nel processo per Villa Sottocasa
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Tutti assolti nel processo per Villa Sottocasa a Vimercate. La sentenza è arrivata intorno alle 14 e riabilita i funzionari dopo sette lunghi anni.

Tutti assolti nel processo per Villa Sottocasa

Tutti assolti.

E' questa la sentenza emessa dal Tribunale di Monza oggi in merito ai presunti abusi edilizi nell’ala privata di Villa Sottocasa, a Vimercate. Dopo sette anni, tre dei quali trascorsi in un'aula di Tribunale, escono puliti dalla vicenda tutti gli imputati: l’ex sindaco di Vimercate Pd Paolo Brambilla il suo ex vicesindaco Roberto RampiIvo Redaelli, titolare della «Leader», società proprietaria dell’ala privata della villa di via Vittorio Emanuele II, il consulente della stessa società Alessandro Casati, l’ex responsabile del settore Pianificazione del Territorio del Comune di Vimercate Bruno Cirant e il funzionario delle stesso ufficio Paolo Alessandro sono stati assolti. 

In particolare Paolo Brambilla, Roberto Rampi (ora senatore), Bruno Cirant (ora trasferitosi al Comune di Desio), chiamati a rispondere di omessa denuncia di reato e abuso d’ufficio, sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

Stessa sentenza anche per Paolo Alessandro, a processo per abuso d’ufficio e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in copie autentiche di atti pubblici.

Meno scontata la sentenza per Ivo Redaelli: dopo la prescrizione dei reati per violazione del Codice dei Beni culturali e danneggiamento al patrimonio archeologico, è arrivata l'assoluzione per non aver commesso il fatto anche per gli altri reati a lui imputati.

Stessa sorte per il collaboratore di Redaelli, Alessandro Casati, per cui il pm aveva chiesto 3 mesi per falsità ideologica in certificati e anche lui assolto per non aver commesso il fatto.

Soddisfazione degli imputati

Soddisfazione da parte degli imputati presenti in aula, Cirant e Paolo Alessandro, e da parte degli avvocati di Brambilla, Rampi, Redaelli e Casati, oltre che da parte di alcuni famigliari che hanno voluto essere presenti alla lettura della sentenza.
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