Aicurzio

Uccise la mamma Fabiola a calci e pugni: assolto perché totalmente infermo di mente

Sconterà i prossimi 10 anni in una Rems, il 25enne Davide Garzia, reo confesso dell’omicidio della madre 58enne Fabiola Colnaghi

Uccise la mamma Fabiola a calci e pugni: assolto perché totalmente infermo di mente
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Totalmente infermo di mente, ma socialmente pericoloso. Sconterà i prossimi 10 anni in una Rems, il 25enne Davide Garzia, reo confesso dell’omicidio della madre 58enne Fabiola Colnaghi, uccisa a calci e pugni il 21 aprile 2022 nell'appartamento di famiglia di via Della Vittoria ad Aicurzio.

Uccise la mamma Fabiola a calci e pugni: assolto perché totalmente infermo di mente

Il passaggio davanti alla Corte d’Assise di Monza, che lo ha prosciolto dalle accuse di omicidio aggravato e vilipendio di cadavere, è stato più che altro una formalità, visto che l’esito del procedimento era già segnato dalle sue condizioni di salute mentale, certificato in fase preliminare da una perizia psichiatrica che aveva stabilito la totale incapacità di intendere e volere al momento dell’omicidio.

L’accertamento del professor Marco Lagazzi (lo specialista nominato dal tribunale) aveva evidenziato anche l’alta possibilità di una «ricaduta». A chiedere l’accertamento clinico sulla salute mentale del giovane disoccupato, con la formula dell’incidente probatorio, era stato il pm Marco Santini. Mercoledì mattina la sentenza della Corte d’Assise, presieduta dal giudice Carlo De Marchi, che ha stabilito la permanenza nella struttura psichiatrica per almeno 10 anni, prima di una rivalutazione.

Il giovane brianzolo, assistito dall’avvocato Renata D’Amico, era apparso tranquillo e composto nel raccontare ai carabinieri di Vimercate la dinamica della violentissima aggressione ai danni della madre, sopraffatta a calci e pugni.

«Ero nervoso e depresso, ci pensavo da tempo», avrebbe raccontato Garzia agli inquirenti. «L’ho vista felice che cantava», aveva aggiunto. Era stato lui stesso a chiamare il 112, dopo la violenza, raccontando ciò che aveva commesso, per poi consegnarsi, senza opporre alcuna resistenza, ai militari. La vicenda, ovviamente, aveva sconvolto l’intera comunità di Aicurzio, dove Fabiola Colnaghi era cresciuta, conosciuta da tutti, e apprezzata per la sua cordialità e i suoi modi affabili.

(nella foto di copertina Fabiola Colnaghi)

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