Ucciso e murato in una villa: l'accusa chiede l'ergastolo
Il 41enne Astrit Lamaj, scomparso nel gennaio 2013, era stato rinvenuto privo di vita murato in una dimora settecentesca di Senago
L'accusa chiede l'ergastolo per l'ultimo degli imputati nell'omicidio di Astrit Lamaj avvenuto nel 2013 a Muggiò.
La Procura chiede l'ergastolo
Il pm Rosario Ferracane chiede l’ergastolo per Salvatore Tambè, l’ultimo imputato davanti alla Corte d’Assise di Monza per l’omicidio dell’albanese Astrit Lamaj, strangolato nel 2013 con un filo di nylon in una casa di Muggiò e gettato in un pozzo artesiano in un residence di Senago, dove è stato ritrovato sei anni dopo.
Secondo l’accusa Tambè teneva immobilizzata la vittima mentre altri lo strozzavano.
Tambè era stato arrestato per questa vicenda nel 2020 mentre si trovava ai domiciliari a Riesi, in provincia di Caltanissetta, luogo che in questa storia di vendette e tradimenti riveste un ruolo fondamentale, visto che le persone coinvolte risultano collegate in qualche modo al locale mandamento mafioso.
Il ritrovamento
Al ritrovamento del cadavere di Lamaj si è arrivati grazie alla collaborazione coi magistrati di Carmelo Arlotta, pregiudicato.
Da quello spunto gli investigatori ricostruiscono un puzzle complicato, arrivando a individuare la mandante in Carmela Sciacchitano, 64 anni, mossa dal risentimento per essere stata lasciata dall’albanese, con cui aveva avuto una relazione: la donna ha patteggiato 16 anni in Appello.
Trenta e 14 anni di reclusione con l’abbreviato, invece, sono stati inflitti ad Angelo Arlotta e al fratello Carmelo. Altra condanna per Francesco Serio, 45 anni di Muggiò, cugino degli Arlotta, a 3 anni di reclusione, così come per Cosimo Mazzola, 54 anni di Cabiate, per occultamento di cadavere.
(bc8)
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