La cerimonia a Lissone

Giorno della Memoria: una nuova pietra d'inciampo per non dimenticare

Sarà dedicato a Gian Franco De Capitani da Vimercate il nuovo sampietrino che sarà posizionato in via Padre Giuliani

Giorno della Memoria: una nuova pietra d'inciampo per non dimenticare
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Sarà un Giorno della Memoria diverso dal solito, e non solo a Lissone, ma sarà comunque l'occasione per ricordare le barbarie del regime nazi-fascista e chi ha combattuto per la libertà contro la dittatura e l'oppressione.

Giorno della Memoria a Lissone

Stanno per diventare tre le "tappe" in città per ricordare le vittime della violenza nazi-fascista, l’ultima delle quali si troverà in via Padre Reginaldo Giuliani dove avverrà la simbolica posa della pietra d’inciampo in ricordo di Gian Franco De Capitani da Vimercate.

Una cerimonia alla sola presenza delle Istituzioni (e quindi senza pubblico) che, in attesa dell’arrivo del il sampietrino realizzato dall’artista tedesco Gunter Demnig, disegneranno sul marciapiede una simbolica mattonella in ricordo di chi perse la vita nei campi di concentramento.

Il prossimo mercoledì 27 gennaio in città si celebrerà il Giorno della Memoria, una ricorrenza internazionale voluta per commemorare le vittime dell'Olocausto.

Una cerimonia che quest'anno, per ottemperare alle normative anti-contagio, si terrà in forma ristretta alle sole autorità istituzionali. La posa vera e propria è stata posticipata al termine dell’emergenza sanitaria quando potrà partecipare anche la cittadinanza.

Il Giorno della Memoria rappresenta un momento di straordinaria importanza per la nostra collettività, attraverso il quale si acquisisce ulteriore consapevolezza del valore della libertà di parola, di pensiero, di espressione. L’Amministrazione di Lissone è fra i fondatori del Comitato per le Pietre d’Inciampo di Monza e Brianza, un unicum a livello italiano che riunisce associazioni ed Enti Pubblici al fine di non dimenticare chi ha perso la vita nel periodo della seconda Guerra Mondiale a causa della violenza sanguinaria del regime nazi-fascista.

Questo il commento del sindaco Concetta Monguzzi, che ha annunciato oggi - mercoledì 20 gennaio - la posa della terza pietra d'inciampo in città.

Sarà la terza Pietra d'inciampo

Grazie all’adesione al Comitato, il Comune di Lissone dal 2019 ha dato il via alla posa delle pietre d’inciampo, ovvero sanpietrini collocati sull’asfalto in prossimità di luoghi emblematici per la vita delle persone da ricordare, che vogliono far “inciampare” i pensieri di chi vi cammina a fianco.

Pietre che riportano il nome di chi ha perso la vita nei campi di concentramento, situate nei luoghi di residenza, di lavoro, di divertimento. Nella giornata di mercoledì 27 gennaio, i vertici del Comune saranno presenti in veste ufficiale nei due luoghi della città che già ospitano le Pietre d’inciampo posate nel 2019 e nel 2020, e nel terzo luogo che la accoglierà nei mesi a venire.

Il sindaco Monguzzi e una delegazione rappresentativa della città saranno quindi presenti in via Dante (all'ingresso dello Stadio Brugola) dove ricorderanno la figura di Mario Bettega, per poi spostarsi in via Matteotti dove ricorderanno Attilio Mazzi.

La delegazione proseguirà in via Padre Reginaldo Giuliani, dove verrà ricordato proprio Gian Franco De Capitani da Vimercate. In attesa di collocare la Pietra d’inciampo, verrà disegnata sull’asfalto una mattonella, colorandola con gessetti e indicando il nome della persona a cui verrà indicata.

Una modalità volutamente effimera, destinata a scomparire nel giro di breve tempo, che ricorda proprio come nel periodo della Guerra le nostre libertà erano state cancellate. Vogliamo proporre alla città due modalità di ricordo: una effimera, che svanisce con una semplice pioggia o ancor peggio camminandoci sopra. Ed un’altra che resiste nel tempo come quella rappresentata dalle mattonelle in ottone di Gunter Demnig, che tuttavia richiede una riflessione per poter essere compresa, decifrata e contestualizzata nella società attuale.

Così l'assessore alla Cultura Alessia Tremolada. La cerimonia sarà filmata, dando così alla cittadinanza la possibilità di partecipare - seppur a distanza - ad un momento di forte coesione comunitaria. Il materiale verrà trasmesso anche alle scuole della città, come spunto di riflessione didattico.

Chi era Gian Franco De Capitani?

Gian Franco De Capitani nacque a Lissone il 24 febbraio del 1925, figlio di Giuseppe e di Carlotta Arosio. La famiglia, che abitava in via Umberto I (l’attuale via Padre Reginaldo Giuliani), era composta da altri cinque fratelli e quattro sorelle. Dopo aver frequentato la scuola elementare Vittorio Veneto, l’adolescenza trascorre fra gli studi all’istituto Ballerini di Seregno e le ore nella palestra di via Dante.

Lissone, Gian Franco De Capitani
Lissone, Gian Franco De Capitani

Il lissonese era un atleta, si dedica alla corsa campestre e alla pesistica. Nell’autunno del 1943, gli agenti fascisti lo convocano nella Casa del fascio (l’attuale Palazzo Terragni) insieme al padre Giuseppe, di idee socialiste.

Per i fascisti, infatti, Gian Franco era il figlio di un sovversivo. Su di lui, iniziarono ad aumentare i controlli. Sabato 4 marzo 1944, ad appena 19 anni, Gian Franco venne fermato ad un posto di blocco tra Monza e Lissone mentre si trovava sul tram, poi l'arresto e il trasferimento alla Villa Reale di Monza.

Matricola 57014, convoglio numero 32, Gian Franco viene deportato prima nel campo di concentramento di Mauthausen, con un treno partito l’8 Marzo da Firenze, e poi nel sottocampo di Ebensee.

Il 5 dicembre 1944, dopo nove mesi di prigionia, anche il fisico robusto di Gian Franco De Capitani venne stroncato. Nel 1965 la Provincia di Milano, nel 20esimo anniversario della Liberazione, conferì ai parenti una medaglia d’oro alla memoria di Gian Franco, caduto per la libertà.

(In copertina la medaglia d'oro dedicata a De Capitani)

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