Scenari economici, prospettive e necessità

Assemblea 2023 di Assolombarda. Spada “Imprese orgoglio nazionale. Serve una politica industriale comunitaria"

L'evento, aperto dal Presidente Alessandro Spada, ha visto la partecipazione di Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri; Thierry Breton, Commissario Europeo per il Mercato interno; Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria; Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia;  Giuseppe Sala Sindaco di Milano

Assemblea 2023 di Assolombarda. Spada “Imprese orgoglio nazionale. Serve una politica industriale comunitaria"
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Si è tenuta questa mattina presso il Camozzi Research Center, hub tecnologico del Gruppo a Milano, l'Assemblea 2023 di Assolombarda.

Oggi l'Assemblea 2023 di Assolombarda

L'evento, aperto dal Presidente Alessandro Spada, ha visto la partecipazione e il susseguirsi degli interventi di Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri; Thierry Breton, Commissario Europeo per il Mercato interno; di Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria; di Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia; di Giuseppe Sala, Sindaco di Milano. I lavori si sono conclusi con l’inaugurazione del Camozzi Research Center.

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“Noi siamo, per natura geografica, nel cuore dell’Europa e, per capacità industriale e ruolo progettuale, il cuore dell’Europa. Storicamente qui, nel territorio della Grande Milano, è sempre stato collocato il baricentro strategico dell’economia italiana, al crocevia d’Europa. Permettetemi, quindi, di rendere giustizia a ciò che la nostra industria rappresenta: un modello manifatturiero vincente, per qualità, innovazione, visione, espressione profonda del made in Italy in Europa e nel mondo” -

ha esordito Alessandro SpadaPresidente di Assolombarda, che ha aperto l'Assemblea con la sua relazione, in considerazione dei dati relativi alla manifattura lombarda.

L’Assemblea in un luogo simbolo di rigenerazione e di manifattura avanzata

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Un luogo scelto non a caso quello dove si è tenuta l'Assemblea 2023 di Assolombarda, come ha spiegato il Presidente Spada:

“La scelta di tenere qui la nostra Assemblea annuale ha un valore altamente simbolico: metafora di rinascita industriale. Questo luogo racchiude, infatti, una parte importante della storia dell’industria italiana con i successi legati alla Lambretta e alla Mini – ha proseguito il Presidente Alessandro Spada –. Dopo un susseguirsi di crisi che potevano rappresentare il triste epilogo per questa realtà, oggi grazie al coraggio e alla visione di Camozzi possiamo invece ammirare tecnologie d’eccellenza come la stampante 3D, tra le più grandi al mondo. Il Camozzi Research Center, centro di ricerca e sviluppo del Gruppo e hub tecnologico avanzato, anche in sinergia con l’Istituto Italiano di Tecnologia e il Politecnico di Milano contribuisce all’innovazione della manifattura secondo modelli avanzati di Industry 5.0. Ma questo luogo è anche racconto di rigenerazione del territorio perché nell’area ex Innocenti sorgeranno i laboratori artigianali del Teatro alla Scala con la sua Magnifica Fabbrica”.

"Rivendichiamo con orgoglio il nostro modello manifatturiero"

Alessandro Spada ha poi snocciolato alcuni dati relativi alla tipologia di imprese manifatturiere e al loro peso sul totale dell'export manifatturiero italiano.

Ricordando successivamente che l’export della Lombardia nel 2022 è stato di 163 miliardi di euro.Uno dei più importanti d’Europa, pari a oltre due volte quello della Finlandia o del Portogallo

“La nostra industria manifatturiera possiede migliaia di campioni che operano con successo a livello internazionale in segmenti altamente specializzati della nostra manifattura. Secondo i dati di una ricerca inedita svolta da Fondazione Edison, quasi l’80% dell’export manifatturiero italiano viene realizzato da imprese medie, medio-grandi e grandi con un numero di occupati che va da 50 a un massimo di 4.999 addetti. Queste imprese sono in totale 9mila. A queste si aggiungono altre 27mila piccole imprese con un numero di addetti che va da 10 a 49, che coprono un restante 13%. Le imprese con più di 5mila addetti, invece, sono 13 e pesano per meno del 7% dell’export".
“Il nostro Paese è la seconda manifattura d’Europa - ha proseguito Spada.  Siamo quinti al mondo per il più elevato surplus commerciale con l’estero (esclusa l’energia) e lo siamo anche grazie al contributo decisivo dei nostri territori che insieme costituiscono una delle più grandi regioni manifatturiere d’Europa, la prima in assoluto per numero di unità locali manifatturiere. Basti pensare che l’export della Lombardia nel 2022 è stato di 163 miliardi di euro. Uno dei più importanti d’Europa, pari a oltre due volte quello della Finlandia o del Portogallo. Un export dove proprio le imprese di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia sono autentiche protagoniste. E ancora, il monte salari generato dalla manifattura lombarda è pari a 28 miliardi di euro, cioè oltre 1/4 di quello dell’intera industria manifatturiera italiana. Nettamente superiore a quello delle manifatture di intere nazioni come la Svezia, il Belgio o la Danimarca. Questo territorio ha la forza di uno Stato intero: la politica ha la responsabilità di esserne pienamente consapevole. È da qui, infatti, che passa e si costruisce il futuro e la forza dell’economia. È da qui che si costruisce la politica industriale nazionale ed europea”.

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"Il piccolo miracolo economico"

L’economia italiana - ha aggiunto Spada nella sua Relazione - è cresciuta di più di quella mondiale nel suo complesso: un nuovo piccolo «miracolo economico» grazie alla nostra manifattura.

“La pandemia prima, il conflitto Russia-Ucraina poi, unitamente al caro energia e all’emergenza materie prime e semilavorati, sono stati i fattori che hanno determinato un clima di forte incertezza con cui l’Europa e l’Italia hanno dovuto fare i conti. Un contesto che ha messo a dura prova la tenuta delle imprese che, nonostante tutto, hanno fatto uno sforzo immenso per salvaguardare la loro attività e vincere le sfide sui mercati internazionali. L’industria manifatturiera del nostro Paese, dopo aver contribuito con una crescita del 14,1% del suo valore aggiunto alla ripresa economica del 2021, nel 2022 è aumentata ancora dello 0,3%. A questo si aggiunge la crescita del PIL dello 0,6% nel primo trimestre di quest’anno: più di Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e anche degli Stati Uniti. E ancora nel 2022 l’export manifatturiero ha segnato il record di 594 miliardi di euro su un totale di 625 miliardi. Un nuovo piccolo «miracolo economico» reso possibile dalla reattività e competitività della nostra manifattura. I nostri territori, come sempre, hanno fatto la loro parte, reagendo alle difficoltà con maggior forza rispetto agli altri, in Italia e in Europa. Anche le ultime previsioni sul PIL delle più grandi regioni europee confermano la nostra crescita. A fine 2023 la Lombardia si troverà al 4,3% sopra i livelli pre-pandemia, il Baden-Württemberg sarà sotto dello 0,9%, la Baviera sopra solo dello 0,5%, mentre la Catalogna sarà tornata ai livelli di cinque anni fa”.

Tempo di nuove incertezze

Ora però è tempo di nuove incertezze, ha proseguito Spada, ed è necessario rafforzare l’Unione Europea per affrontare annuvolamento scenario mondiale

“Ci troviamo però dinnanzi a tempi di grandi incertezze, sia di breve sia di lungo periodo con un serio annuvolamento dello scenario europeo e mondiale. C’è da chiedersi dove ci porterà una politica monetaria di rialzi dei tassi di interesse da parte della BCE così forte e concentrata nel tempo, mentre le nostre imprese stanno ancora scontando i rincari dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Ma l’attuale rallentamento della nostra produzione industriale dipende anche da cause “interne” all’Unione. Per non disperdere il patrimonio di progressi e di crescita che abbiamo accumulato negli ultimi anni, siamo consapevoli che serve rafforzare l’Unione Europea e dotarla di capacità autonome per promuovere beni pubblici europei. Con la pandemia e la guerra abbiamo capito che i rischi devono essere socializzati, che nessun Paese europeo può essere sovrano da solo. In questo senso il varo del Next Generation EU, il SURE e il temporaneo allentamento del Patto di Stabilità hanno rappresentato un concreto cambio di passo rispetto ad un passato in cui i dogmatismi dei rigidi vincoli di bilancio e dell’austerità sembravano essere l’unica opzione possibile. Purtroppo, questo atteggiamento sembra già aver fatto il suo corso, forse anche per l’avvicinarsi della scadenza del mandato di questa Commissione Europea e per i connessi tatticismi elettorali. Mi riferisco, per esempio, alle nuove e molto dibattuto regole sui conti degli Stati. Infatti, una volta passata l’emergenza è corretto tornare a schemi di equilibrata finanza pubblica, ma per raggiungere una reale stabilità e soprattutto la crescita serve poter investire. E per investire, non puoi avere le mani legate”.

Cosa serve dunque? Per il Presidente di Assolombarda è necessario svincolare gfli investimenti strategici per il Paese dal Patto di Stabilità. Non solo. Occorre, a livello europeo, una politica industriale in risposta ai piani di Usa e Cina:

“Chiedo, quindi, al Presidente Meloni di promuovere un forte sforzo per far passare, a livello europeo, il principio per cui gli investimenti strategici per il Paese non siano sottoposti al Patto di Stabilità. Mi riferisco, per esempio, al caso della sanità, uno dei molteplici settori in cui i nostri territori rappresentano un’eccellenza del modello di collaborazione tra pubblico e privato. La Lombardia, con oltre 210 milioni di euro di finanziamenti, è la prima regione in Italia per contributo dell'Unione Europea alla ricerca sulle scienze della vita. Una filiera che genera 27 miliardi di valore aggiunto l’anno e che, comprensiva di indotto, pesa per il 13% del PIL regionale. Tutti investimenti che nella filiera della salute generano crescita, benessere, coesione sociale, ricerca, innovazione, tech transfer e nuova industria, per il territorio, per il Paese, per l’Europa e che, di conseguenza, non dovrebbero essere sottoposti al Patto”.
“I dati della Banca Mondiale mostrano che la produzione manifatturiera europea senza l’Italia sarebbe inferiore rispetto a quella americana di oltre 280 miliardi di dollari e senza la Francia lo sarebbe di 230 miliardi. Questo conferma che l’industria europea è una squadra fatta di tante manifatture nazionali profondamente connesse tra loro. Alla vigilia delle nuove importanti sfide per l’industria mondiale, l’Europa sembra però non avere ancora una precisa strategia unitaria, né sulle opzioni tecnologiche né sui futuri approvvigionamenti di materie prime. Ci siamo smarcati dalla dipendenza dal gas russo, ora però si profila all’orizzonte la subordinazione della Cina per terre rare e le batterie elettriche, mentre gli Stati Uniti hanno stanziato enormi risorse (Inflation Reduction Act) per stimolare gli investimenti green, il reshoring e attrarre investimenti produttivi. In uno scenario in cui i due maggiori competitori mondiali stanno facendo di tutto e di più per proteggere e rafforzare i loro sistemi produttivi, l’Europa sembra non avere una politica industriale unitaria precisa. Inoltre, con i suoi ambiziosi obiettivi ambientali, sta forzatamente intaccando la competitività delle imprese manifatturiere europee”.

Transizione ecologica

Nel corso dell'intervento il Presidente Spada ha parlato a lungo anche di transizione ecologica chiedendo che il costo non ricada sulle imprese e soprattutto chiedendo un fondo sovrano comunitario basato sulla emissione di Eurobond.

“Come sottolineato dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, non intendiamo mettere in discussione gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Ma pensiamo sia del tutto irragionevole l’accelerazione ambientale impressa dalla Commissione Europea, che sta dimostrando di voler scaricare sulle imprese i costi della transizione ecologica. Di fatto, l’Europa è l’unica tra le grandi aree del pianeta ad aver vietato dal 2035 la produzione di auto a combustione interna. Per ridurre le emissioni ha scelto di puntare tutto sull’elettrico, anziché farlo anche attraverso l’uso di altri combustibili come biocarburanti, carburanti sintetici, e l’idrogeno, di cui proprio il nostro territorio è attore all’avanguardia. L’Europa possiede le tecnologie industriali energeticamente più efficienti e le maggiori capacità di riciclo. Si prenda anche il caso dell’acciaio, settore in cui l’Europa e soprattutto il nostro territorio possiedono le più moderne tecnologie con ridotte emissioni e un elevato tasso di riutilizzo di rottami. Se l’Europa fosse costretta a rinunciare a parte della sua produzione di acciaio e se tale produzione si trasferisse in Cina, ci troveremmo nella condizione di «esportare lavoratori e di importare CO2», come ben detto dal Presidente di Eurofer, Francesc Rubiralta Rubio. Un altro esempio importante riguarda le politiche per la qualità dell’aria. Abbattere in modo significativo le emissioni inquinanti in Lombardia, infatti, è sicuramente un obiettivo, ma seguire l’impostazione della Direttiva della Commissione Europea significa che per ridurre le emissioni inquinanti dell’80% va eliminato il 75% delle attività industriali. E questo non sarebbe ancora sufficiente. Siamo fortemente convinti che ridurre le emissioni sia un bene pubblico, ma per poterlo fare nei modi e nei tempi imposti da Bruxelles servono strumenti finanziari comunitari adeguati. Per noi la risposta è un fondo sovrano basato sulla emissione di Eurobond. L’Unione Europea dimostri solidarietà e spirito comunitario anche nei confronti della transizione ecologica, sfida globale raggiungibile solo se giocata sul piano europeo”.

Ma nel corso dell'intervento di Alessandro Spada hanno trovato posto anche altri argomenti di stretta attualità come il Pnrr, l'energia e concetti e idee per l'innovazione, il lavoro, le infrastrutture e la governance territoriale. 
Per quanto riguarda l'energia occorre, secondo il presidente Spada, puntare su nucleare pulito e sicuro di ultima generazione:

“Chiediamo al Governo italiano di sostenere la capacità delle nostre imprese che competono in Europa e nel mondo. Sul capitolo energia, se vogliamo raggiungere gli obiettivi di carbon neutrality al 2050, è necessario puntare sul nucleare pulito e sicuro di ultima generazione, in particolare gli Small Modular Reactor, l’unica fonte che assieme al gas naturale può assicurare al nostro sistema elettrico una base di energia costante”.

Le altre proposte

 

  • Innovazione: rafforzare Industria 4.0, ripristinare Patent Box e presentare Strategia Nazionale per Idrogeno

 

“Va rafforzata Industria 4.0, ripristinato il Patent Box nella sua forma originaria e sostenuta l’innovazione, sempre con un approccio di pluralità tecnologica, per poter industrializzare tutte quelle soluzioni di accumulo, efficientamento, produzione di energia, oggi non ancora competitive ma di cui abbiamo bisogno se veramente vogliamo raggiungere gli obiettivi al 2050. Nel breve termine siamo consapevoli che l’elettrico rappresenti una tecnologia con specifici benefici, ma riteniamo che le prospettive di medio e lungo termine siano maggiormente a favore di un mix di soluzioni e tecnologie più ampio. Anche per questo chiediamo al Governo che venga presentata quanto prima una Strategia Nazionale per l’idrogeno”.

 

  • Lavoro: agire con taglio strutturale del cuneo fiscale e ‘flat tax’ per i giovani 

 

“Agiamo in modo strutturale e con coraggio sul costo del lavoro che in Italia è tra i più alti a livello internazionale. Siamo al quinto posto dopo Belgio, Germania, Austria e Francia. È quindi fondamentale che, nella prossima Legge di Bilancio, vengano trovate le risorse per un intervento shock sul cuneo fiscale di 16 miliardi e per una “flat tax giovani” che ricalchi per gli under 35 neoassunti lo stesso identico modello applicato, oggi, ai professionisti e alle imprese individuali con ricavi non superiori a 85mila euro. Per noi queste misure sono ancora più urgenti se guardiamo al problema dell’inverno demografico, che nel 2070 brucerà un terzo del PIL”.

 

  • Infrastrutture: terminare Pedemontana e ampliare Malpensa

 

“Completiamo una volta per tutte le infrastrutture strategiche che interessano il nostro territorio e che ci permettono di mantenere il ruolo di principale porta italiana da e verso i tradizionali partner dell’Europa occidentale. Le stesse che ci danno la prerogativa di essere crocevia verso l’Europa Continentale, il Mediterraneo e verso l’Est europeo. Dunque, terminiamo quanto prima il Terzo Valico dei Giovi, la Torino-Lione. Ma anche la Pedemontana e l’ampliamento di Malpensa, che da sola fa più del 65% del traffico cargo-aereo italiano”.

 

  • Governance territoriale: completare la riforma di Città Metropolitana e dare il via all’autonomia regionale differenziata

 

“Infine, per permettere ai nostri territori di crescere ulteriormente, non possiamo non ragionare in ottica “metropolitana”. Senza tergiversare ancora serve portare a compimento una riforma che assicuri alla Milano allargata di essere, a tutto tondo, il “gate” economico d’Europa e del mondo. Per farlo servono fondi, l’elezione diretta del Sindaco e tempi certi. Nella stessa direzione, in una dimensione ancora più grande, il capitolo dell’autonomia regionale differenziata. Il nostro passo, nettamente più spedito, permetterà al Paese intero una corsa virtuosa e non il contrario”.

“L’Italia in cui crede Assolombarda e che vogliamo far crescere, sa riconoscere e valorizzare le sue imprese – ha concluso il Presidente Spada –. Quel modello manifatturiero che è la punta di diamante della nostra economia, capace di portare il Paese nelle catene europee del valore. Capace di rendere competitiva l’Europa nel mondo. È la nostra manifattura avanzata che guarda sempre avanti puntando con determinazione al futuro attraverso nuove idee, nuove scoperte e innovazioni. Perché noi siamo «Nel cuore dell’Europa». Perché noi siamo il cuore dell’Europa”.

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