Villasanta

Ex Lombarda Petroli, la curatela lancia una nuova proposta all'Esecutivo Ornago

La proposta avanzata dalla curatrice fallimentare Brugnoni prevede una riduzione dell'area verde a 37mila metri quadrati e la destinazione di 127mila metri quadrati a comparto produttivo

Ex Lombarda Petroli, la curatela lancia una nuova proposta all'Esecutivo Ornago
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Prosegue il dialogo, seppur difficile e tortuoso, tra l'Amministrazione comunale di Villasanta guidata da Luca Ornago e la curatela fallimentare della ex Lombarda Petroli al fine di cercare una soluzione condivisa in vista dell’imminente udienza davanti al Consiglio di Stato, prevista per il 19 ottobre, che possa soddisfare entrambe le parti su quella che è stata ribattezzata come la "guerra" sulle aree standard.

Ma la soluzione non sembra a portata di mano e il dialogo, schermaglie comprese, richiederà sicuramente altro tempo. L’oggetto della discussione, per intenderci, sono quelle aree dedicate ad un uso collettivo come verde, parcheggi o ciclabili che il privato, il Fallimento Lombarda Petroli in questo caso, deve cedere al Comune secondo quanto stabilito dal Piano di Governo del Territorio.

L'incontro del 22 settembre

Per capire gli eventi accaduti negli ultimi sette giorni dobbiamo necessariamente riavvolgere il nastro e partire da quanto accaduto lo scorso 22 settembre quando il sindaco Ornago e l'assessore all'Urbanistica Carlo Sormani hanno incontrato in municipio il curatore fallimentare Elisabetta Brugnoni ed alcuni consulenti del Fallimento Lombarda Petroli.

Da parte dell’Amministrazione comunale non era trapelato nulla sul contenuto del colloquio, infatti l’Esecutivo si è limitato a confermare l’incontro senza entrare nei particolari.

"Abbiamo incontrato Brugnoni insieme all’architetto Giorgio Ponti, tecnico della procedura e all’avvocato Stefano Cassamagnaghi - si legge in una nota stampa diramata nei giorni scorsi dall’Amministrazione comunale villasantese - Il confronto fa seguito agli incontri di apertura già intercorsi negli ultimi mesi con la giudice fallimentare responsabile della procedura e, in altra sede, con Regione Lombardia, allo scopo di garantire la prosecuzione della bonifica con fondi del Pnrr dei lotti B, C e D del comparto. L’occasione della variante generale del Pgt comunale dà la possibilità di riprendere la discussione su un aggiornamento della proposta urbanistica sull’area, come più volte auspicato dalle parti. La discussione, per quanto preliminare, è stata costruttiva. Attendiam una risposta ufficiale da parte della curatrice così come concordato a conclusione della riunione".

L'ipotesi dell'area agricola da 50mila metri quadrati

Sempre durante il confronto dello scorso 22 settembre era emersa la ferma volontà dell'Amministrazione comunale di creare un'area agricola in una porzione della ex Lombarda Petroli grande circa 50mila metri quadrati. Circostanza che non è stata nè confermata nè smentita da parte dell'Amministrazione comunale.

"L'occasione della variante al Pgt dà la possibilità di riprendere la discussione su un aggiornamento della proposta urbanistica sull'area, come più volte auspicato dalle parti - ha commentato il primo cittadino - Per il resto non entro nel merito delle discussioni in atto".

Una proposta che, però, è stata fortemente respinta dalla curatela che l'ha giudicata irrealizzabile visto che si tratterebbe di andare a ralizzare un'area agricola su terreni che necessitano di bonifica e per di più inseriti in una vecchia raffineria. A tal proposito, sui social è girato anche un fotomontaggio con le mucche mentre pascolano accanto alle cisterne.

Su questo punto il sindaco non ha voluto replicare anche se non è difficile immaginare che un terreno agricolo possa essere adibito a diverse finalità:  dalla realizzazione di un impianto fotovoltaico che produca energia fino alla realizzazione di progetti per le scuole e attività per anziani.

La controproposta della curatela

La proposta formulata lo scorso 22 settembre dall'Amministrazione comunale alla curatela è stata dunque sonoramente bocciata. Però questi ultimi nei giorni hanno formulato una controproposta all'Esecutivo che vede una riduzione dell'area verde a 37mila metri quadrati e la destinazione di 127mila metri quadrati a comparto produttivo.

Ora per affrontare l'argomento l'Amministrazione comunale ha convocato una Commissione urbanistica per il prossimo 10 ottobre, nove giorni prima dell'udienza davanti al Consiglio di Stato. I tempi stringono e la possibilità di trovare un accordo tra le parti è sempre più difficile. Ma non impossibile.

La controversia giudiziaria

La controversia giudiziaria che vede Comune e curatela contrapporsi da anni, ricordiamo, ha come oggetto il futuro di oltre 150mila metri quadrati. Stiamo parlando dell’area interessata dallo sversamento di oli combustibili avvenuta nel febbraio del 2010.

L’Esecutivo Ornago, nel 2019, aveva dato il via libera, attraverso il Pgt, alla realizzazione di aree produttive chiedendo però, in cambio, ben 90mila metri quadrati di standard. Decisamente troppi per la curatela che ha chiesto più volte all’Amministrazione comunale una revisione della metratura per rendere più appetibile la rinascita di quello che, per dimensioni, si può considerare un quartiere di Villasanta grande un nono del paese.

La battaglia legale

La vicenda era approdata anche davanti al Tar Lombardia che aveva dato, come si suol dire, un colpo al cerchio e uno alla botte, dando ragione al Comune per quanto riguarda la destinazione delle attività produttive e accogliendo, al tempo stesso, la richiesta di revisione degli standard.

Sia il Comune che il fallimento "Lombarda Petroli2 ricorsero, in appello, al Consiglio di Stato. Quest’ultimo, a sua volta, aveva sospeso il giudizio rinviando la questione di legittimità alla Consulta che qualche mese fa aveva dichiarato inammissibile il ricorso. Il pomo della discordia che ha permesso all’Esecutivo Ornago di elevare la quantità di aree vincolate a standard è da ricondurre a una legge regionale che può derogare la normativa statale e che permette ai Comuni di avere massima libertà nella richiesta di standard agli operatori privati, in caso di interventi edilizi produttivi e commerciali, senza dover sottostare ai piani di governo del territorio.

 

 

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