Bagarre a Lissone

Su Ilaria Salis il Centrodestra si spacca, per la Lega "paghi con le regole ungheresi"

Forza Italia (non tutta) e Lissone in Movimento hanno votato con le opposizioni per chiedere il rimpatrio e il rispetto dei diritti umani

Su Ilaria Salis il Centrodestra si spacca, per la Lega "paghi con le regole ungheresi"
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A Lissone la vicenda di Ilaria Salis infiamma il Consiglio comunale e crea non pochi distinguo nella maggioranza di Centrodestra.

Ilaria Salis: se ne parla in Aula

Maggioranza spaccata e minoranze deluse. Così si può riassumere l’esito della votazione dell’ordine del giorno - presentato da tutti i gruppi di opposizione - che chiedeva a sindaco e Giunta di attivarsi al fine di fare pressione al Governo per consentire il trasferimento in Italia di Ilaria Salis in caso di concessione degli arresti domiciliari.

La monzese Salis, insegnante di 39 anni, da un anno si trova in carcere in Ungheria dopo essere stata arrestata con l’accusa di aver partecipato a un pestaggio durante una contromanifestazione a margine di un raduno (che annualmente si tiene a Budapest) di nazifascisti di estrema destra.

Politica (e maggioranza) divisa

Un ordine del giorno che, se ha trovato concordi tutte le minoranze, ha però creato non pochi distinguo in maggioranza.

Per sette mesi non ha potuto vedere i suoi familiari ed è stata portata in tribunale con un guinzaglio, con manette ai polsi e alle caviglie. Alcuni trattamenti disumani ungheresi sono già stati condannati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Ha introdotto il capogruppo del Listone Marino Nava.

Tutti i detenuti devono vivere in condizioni accettabili, è chiaro che ci sono criticità in questo caso. Il Governo si è già mosso. La magistratura ungherese è autonoma e deve ancora decidere. Solo ora i legali di Salis hanno chiesto gli arresti domiciliari.

Ha invece sottolineato il sindaco Laura Borella.

Lega e metà Forza Italia contrari al rientro

Il dibattito politico si è scaldato praticamente subito.

La giustizia ungherese ha formulato un’accusa nei suoi confronti, non c’è la necessità di giustificare questo ordine del giorno. E’ un’attivista di spicco dei movimenti anarchici e non è nuova a guai giudiziari.

Ha sbottato l’azzurro Marco Fossati.

Francamente, le nostre figlie non partirebbero per l’Ungheria con martelli e manganelli per andare a partecipare a una manifestazione violenta. La signora in questione (Ilaria Salis, Ndr) ha avuto già denunce e condanne. Ci stiamo scandalizzando solo per delle immagini o perchè il suo avvocato dice che vive in condizioni disumane? Chi sbaglia paga e chi delinque in quel Paese deve pagare alle condizioni di quel Paese.

Ha tuonato invece il leghista Matteo Lando.

Centrosinistra (e parte della maggioranza) a favore

Il capogruppo di Vivi Lissone Luca De Vincentis - che fuori microfono non ha condiviso in maniera colorita l’intervento del collega della Lega - è stato poi espulso dall’Aula dal presidente Roberto Perego. Ma è in sede di votazione che la maggioranza si è spaccata.

Daniele Fossati, capogruppo di Lissone in movimento, ha presentato infatti un emendamento al testo delle minoranze per «specificare che il Governo già sta lavorando a questo caso. Non sono d’accordo con le idee di Ilaria Salis, ma il trattamento umano secondo la normativa europea deve essere garantito».

Il voto (sull’emendamento) ha visto votare con le minoranze anche Daniele Fossati, lo stesso presidente Perego, e gli azzurri Cesare Viscardi e Andrea Carraretto (che in Aula hanno, anche in altre occasioni, dimostrato di votare in maniera più «moderata» rispetto alla maggioranza).

Compatto il «no» del sindaco Borella, di Lega e Fratelli d’Italia e degli azzurri Marco Fossati, Giuseppina Pellitteri e Sandro Maniero. Dieci a dieci pari, esito che ha di fatto respinto la proposta di emendamento di Daniele Fossati e che ha di fatto affossato l’intero ordine del giorno.

Non è Ilaria il focus e nemmeno il fatto se lei sia colpevole o meno. Il focus è su cosa succede in Ungheria e cosa succede nei confini europei a chi è sottoposto a processo - ha puntualizzato il dem Mattia Gelosa - Questo, e solo questo, è il punto di discussione.

A Monza, invece, un documento analogo è stato votato all’unanimità.

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