Verso il referendum

Tagliare i parlamentari? "Sì perché..." "No perché..."

Le posizioni del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Marco Fumagalli e dell'onorevole di Forza Italia Andrea Mandelli. 

Tagliare i parlamentari? "Sì perché..." "No perché..."
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Tagliare i parlamentari? "Sì perché..." "No perché..." Le posizioni del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Marco Fumagalli e dell'onorevole di Forza Italia Andrea Mandelli.

Tagliare i parlamentari? "Sì perché..." "No perché..."

"Approvate il testo della legge costituzionale concernente 'Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari', approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?".

Questo il testo del quesito che troveremo sulla scheda elettorale domenica 20 e lunedì 21 settembre in occasione del referendum costituzionale. Si vota in concomitanza con le elezioni regionali e comunali, che in questa tornata non coinvolgono però alcun Comune di Monza e della Brianza. I brianzoli dunque saranno chiamati ai seggi soltanto per il referendum, che essendo di carattere confermativo non prevede il quorum.

Cosa significa? Che sarà valido a prescindere dal numero di persone che si recheranno alle urne, non sarà cioè necessario superare il 50% più uno dei voti perché quanto deciso venga poi applicato, come accade invece per i referendum consultivi. Votando Sì si approva il taglio di 345 parlamentari, che si ridurranno complessivamente a 600, votando No si blocca questa "sforbiciata".

Trattasi di referendum che tocca la nostra Costituzione ed è la quarta volta che nella storia della Repubblica italiana siamo chiamati a dire la nostra su un argomento che riguarda la Carta. La legge di revisione costituzionale è stata approvata in doppia lettura da entrambe le Camere a maggioranza assoluta. Pertanto, dal momento che in seconda deliberazione la legge non è stata approvata a maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti di ciascuna camera, un quinto dei senatori ha potuto richiedere il referendum confermativo. Altrimenti non ci sarebbe stato spazio per consultare i cittadini.

Ospitiamo qui le posizioni di Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che sostiene le ragioni del Sì e dell'onorevole Andrea Mandelli di Forza Italia per il No. Abbiamo già ospitato (leggi qui) quelle del senatore Roberto Rampi del Partito democratico (No) e del suo collega Gianmarco Corbetta del Movimento 5 Stelle (Sì).

"Sì per una maggiore efficienza"

Tagliare i parlamentari? "Sì perché..."
Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle

Non è un parlamentare ma il suo Sì al taglio di deputati e senatori è comunque convinto. "Perché vogliamo tagliare il numero dei parlamentari? Per una maggiore efficienza di Camera e Senato. La riduzione del numero dei parlamentari ha un segnale politico di grande rilievo perché significa che i cittadini pretendono di avere delle istituzioni più efficienti", così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, il brugherese Marco Fumagalli.

"Il numero dei parlamentari attuale non tiene conto delle diminuite competenze del Parlamento a seguito della creazione delle Regioni e dell’Unione europea che hanno potestà legislativa. Con questo referendum si vuole indicare alla classe politica di pensare meno ai propri privilegi e di più agli interessi dei cittadini. Un minor numero di parlamentari determinerà dei criteri di scelta che migliorerà la nostra classe politica”.

“Non caso il referendum non dovesse passare la stagione delle riforme costituzionali verrebbe irrimediabilmente chiusa e i cittadini perderebbero ulteriore fiducia con un aumento dell’astensionismo. Il taglio dei parlamentari è stato votato nell’ultimo passaggio parlamentare con una maggioranza del 98 per cento. Quei politici che ora si sono schierati contro il Sì lo fanno solo perché vogliono mantenere il posto oppure aspirano ad una poltrona da parlamentare con tutti i privilegi connessi”.

Insomma, a giudizio di Fumagalli non è tanto per un risparmio economico (meno parlamentari, meno costi per lo Stato) che si propugna una riduzione ma per una maggiore efficienza, con motivazioni che hanno radici nella storia della nostra Repubblica.

"Perché se i posti sono meno la competizione si fa più serrata, la qualità di chi viene eletto dovrebbe essere migliore e se i segretari dei partiti si mettono una mano sulla coscienza e non candidano più personaggi equivoci come purtroppo avvenuto in passato l’attività del Parlamento non può che beneficiarne".

"No perché è una scelta demagogica"

Taglio dei parlamentari? "No perché..."
Andrea Mandelli, deputato di Forza Italia

«Voterò convintamente No». L’onorevole Andrea Mandelli, monzese, non ha dubbi e approfitterà della libertà di voto che il presidente Silvio Berlusconi ha lasciato ai parlamentari di Forza Italia.

A giudizio del deputato azzurro, già senatore della Repubblica, non è questa la strada da percorrere, né per rendere più efficiente il Parlamento né per diminuire i costi della politica.

"Per diminuire i costi di onorevoli e senatori - sottolinea - si può agire su altri fronti, senza tagliare il numero dei parlamentari. Tanto più che tutto il corollario di persone che lavorano alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica resta inalterato. Si tagliano i parlamentari ma non si tagliano altri Enti inutili, che pure ci sono».

C’è poi il tema non certo secondario della rappresentatività.

"Un parlamentare eletto - rimarca - dovrà rappresentare un territorio vastissimo e quindi sarà di fatto impossibile mantenere i contatti con i cittadini e portare avanti le loro istanze, perché già ora è difficile. Questa, ripeto, è un’inversione di rotta rispetto a quanto voluto dai Padri Costituenti, perché rischiamo di avere pochi che decidono, con scarse competenze. In pochi decideranno per tanti, ma non è facendo questo piccolo intervento che la macchina funzionerà meglio".

Mandelli non era contrario a priori a un taglio, inserito però in una riforma complessiva, organica, come ad esempio quella portata avanti dal centrodestra anni fa che contemplava anche funzioni differenti del Senato della Repubblica rispetto alla Camera dei deputati. Anche perché un’eventuale vittoria del Sì, che Mandelli ovviamente non si augura, "dovrebbe aprire necessariamente la strada a delle riforme".

"Occorre meno demagogia e più serietà - conclude l'onorevole monzese - questo è un tema populista del Movimento 5 Stelle che così come posto non mi può trovare d’accordo, con questo taglio finiremmo agli ultimi posti in Europa come numero di rappresentati in rapporto agli abitanti».

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