Dall’Italia agli Stati Uniti all’insegna del Made in Italy

La consolidata immagine del Made in Italy negli Stati Uniti offre alle imprese italiane un'opportunità unica e con grandi possibilità di sviluppo

Dall’Italia agli Stati Uniti all’insegna del Made in Italy
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Secondo l'indagine "Quale valore del brand Made in Italy nel mondo", si stima che un terzo del valore dell’export sia strettamente legato all’iconicità del Made in Italy.

La ricerca, realizzata da Unioncamere in collaborazione con Assocamerestero e la rete delle Camere di Commercio Italiane all’estero, rivela che i consumatori stranieri apprezzano in particolare la pregevolezza dei materiali, l'eccellenza tecnica e il design di altissima qualità associati a questo brand.

L'indagine è stata presentata in occasione del convegno "Italia: un valore nel mondo", che ha riunito figure di spicco del panorama politico, istituzionale ed economico, per discutere delle peculiarità che distinguono il nostro Paese a livello internazionale.

In generale, le imprese operanti nei settori chiave del Made in Italy, come abbigliamento, automotive, alimentare e arredamento, occupano ben 2,1 milioni di lavoratori, generando un fatturato di 454 miliardi di euro.

Gli USA rappresentano il mercato più importante per le nostre aziende, con il 24% delle vendite, pari a un valore di 72,9 miliardi di dollari nel 2023, in crescita del 5,4% rispetto al 2022.

Uno scenario più che interessante, che certamente è di stimolo per chi sta pensando di  lavorare in America all’insegna del Made in Italy.

Dopo le elezioni prospettive di crescita degli investimenti esteri

Secondo gli indicatori delle società di consulenza economica, dopo le recenti elezioni, ci si aspetta un incremento degli investimenti esteri negli Stati Uniti.

Inoltre, è probabile un rafforzamento delle politiche economiche americane già esistenti con l’introduzione di obblighi per le aziende della pubblica amministrazione di rifornirsi localmente, e incentivi fiscali per il settore privato che acquista da aziende statunitensi.

Questi due importanti aspetti renderanno per le imprese italiane più vantaggioso e conveniente produrre o assemblare beni direttamente sul territorio statunitense, il che richiederà la creazione di una solida struttura sia in termini di supply chain che dal punto di vista finanziario, per promozionare e commercializzare in modo adeguato il Made in Italy.

Tuttavia, le politiche protezionistiche in atto possono comportare opportunità ma anche sfide per le imprese italiane, richiedendo una maggiore flessibilità e innovazione per adattarsi al contesto globale in continua evoluzione.

Le imprese che desiderano trarre vantaggio da queste dinamiche dovranno sviluppare strategie flessibili e informate, capaci di adattarsi rapidamente ai cambiamenti delle politiche governative e alle reazioni del mercato globale.

Infatti, da un lato il protezionismo può favorire la crescita di determinati settori locali, limitando la concorrenza estera e creando un ambiente più favorevole per i produttori nazionali; dall’altro, può inasprire le tensioni commerciali e portare a ritorsioni, complicando il panorama commerciale internazionale.

Solo le imprese che sapranno gestire con intelligenza sia le opportunità che i rischi rappresentati da un clima commerciale complesso potranno effettivamente massimizzare i benefici derivanti da queste tendenze.

Aprire una filiale negli Stati Uniti

Per avere successo negli Stati Uniti, il primo passo da compiere è costituire una filiale. Questo passaggio cruciale è essenziale per l'attività e comporta anche una notevole complessità sia legislativa e operativa.

Ecco alcuni passaggi fondamentali per aprire una filiale negli USA:

  1. Ricerche di Mercato. Servono per valutare la domanda, i concorrenti e le preferenze dei consumatori, al fine di definire la strategia commerciale e decidere in che area geografica collocare la filiale;
  2. Scelta della Struttura Legale. Occorre selezionare la forma giuridica più adatta considerando le implicazioni fiscali e legali;
  3. Registrazione e Licenze. È necessario registrare la filiale e ottenere i permessi e le licenze richieste, che variano a seconda dello stato;
  4. Aspetti Fiscali. Per garantire il rispetto delle normative fiscali, è consigliabile consultare gli esperti in materia;
  5. Apertura di un Conto Bancario. È indispensabile aprire un conto bancario aziendale presso una banca locale;
  6. Assunzione di Personale. Occorre pianificare una strategia di recruiting e scegliere oculatamente i collaboratori per formare un efficiente team di lavoro;
  7. Sviluppo di una Strategia di Marketing. È cruciale creare una strategia di marketing efficace, adeguata al pubblico locale, includendo la localizzazione del brand e campagne pubblicitarie mirate;
  8. Networking e Relazioni Commerciali. La partecipazione a eventi di settore e fiere permette di costruire una rete di contatti locali.

In definitiva, aprire una filiale negli Stati Uniti presenta vantaggi notevoli, ma necessita di una pianificazione accurata per gestire complessità amministrative e differenze culturali, se si desidera affrontare il mercato USA in modo opportuno.

Conclusioni

La rilevanza del Made in Italy nei mercati esteri, soprattutto negli Stati Uniti, offre alle imprese italiane un'opportunità unica, ma richiede una strategia attenta per garantire conformità legale e una gestione efficace.

Nonostante le difficoltà delle politiche protezionistiche e della burocrazia statunitense, le aziende italiane che si adatteranno a queste dinamiche potranno accedere a un mercato ricco e con grandi possibilità di sviluppo e crescita.

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