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L'arbitro, uno di noi: la mostra dedicata ai più grandi fischietti della storia ricorda la piccola Yara

L'ingresso all'esposizione - aperta fino a domenica 13 aprile - è gratuito, con possibilità di lasciare un'offerta destinata all’associazione nata in memoria di Yara Gambirasio

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Una mostra sugli arbitri di calcio unica nel suo genere, forse la più completa mai realizzata che trasforma Arcore nella capitale delle «Giacchette nere» per una settimana. E' stata inaugurata sabato, con un parterre de roi, nella prestigiosa cornice di Villa Borromeo, «L’Arbitro, Uno di Noi», una mostra dedicata all’arbitro quale «figura indispensabile al servizio del calcio», organizzata dalla Presidenza del Consiglio Comunale e dal sindaco in collaborazione con il «Monza Club Arcore».

L'arbitro, uno di noi: la mostra dedicata ai più grandi fischietti della storia ricorda la piccola Yara

Inserita nell’ambito della Settimana dello Sport, questa iniziativa unisce energia, passione e movimento, celebrando i valori dello sport come strumento educativo e culturale, con un’attenzione speciale alla memoria di Yara Gambirasio, la ragazzina che venne uccisa nel 2010 e che è rimasta nel cuore di tutti.

Presenti al taglio del nastro, oltre ai politici arcoresi (il presidente del Consiglio comunale Laura Besana accompagnata dall'assessore Luca Travascio e dai consiglieri comunali Pierluigi Perego e Tommaso Confalonieri) e al presidente del Consiglio regionale Federico Romani, anche gli ex arbitri di spicco sia in Serie a che a livello internazionale calibro di Paolo Casarin (in seguito anche commentatore tv), l'ex presidente dell'Aia Alfredo Trentalange, l'ex designatore (oggi osservatore Uefa e responsabile degli arbitri di Cipro) Domenico Messina, l'ex assistente della finale dei Mondiali 2014 (diretta dal nostro Rizzoli) Renato Faverani e tanti ex arbitri e assistenti di vari categorie. Accanto a loro i curatori della mostra (Daniele Tagliabue ed Enrico Mapelli) e Maura Panarese, mamma di Yara. La mostra (rimarrà aperta fino a domenica 13 aprile) è un viaggio nella storia dell’arbitraggio mondiale.

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In Villa Borromeo sono esposte immagini, maglie e cimeli di arbitri di tutto il mondo, dalle divise del passato a quelle più recenti, appartenute ai più grandi «fischietti» della storia. Un’occasione per scoprire il dietro le quinte di una figura spesso sottovalutata, ma fondamentale nel mondo dello sport.

Cimeli di ieri e di oggi

Nelle stanze di Villa Borromeo sono esposti cimeli del presente e del passato e una sessantina di maglie, alcune delle quali indossate da grandi arbitri italiani e stranieri in occasioni prestigiose.

Alcuni esempi? La divisa indossata dal brasiliano Coelho l'11 luglio 1982 in occasione della finale mondiale tra Italia e Germania Ovest; quella con cui Collina diresse l'indimenticabile finale di Champions del 1999 vinta dal Manchester Utd sul Bayern; la maglia di Howard Webb indossata nella finale di Champions Inter-Bayern Monaco nel 2010. E ancora: la maglia rosa con cui l'olandese Bjorn Kuipers diresse Italia-Inghilterra a Wembley nella serata del trionfo europeo degli Azzurri di Mancini. Sulle pareti le foto e le biografie di alcune figure storiche, da Rosario Lo Bello a Luigi Agnolin, da Stefano Farina a Daniele Orsato. Non poteva mancare un riferimento importanta al Var di cui Massimiliano Irrati è l'elemento di spicco. L'ex arbitro, designato nel ruolo di Var nella finale mondiale di Russia 2018 e in quella di Euro 2024 sarà tra gli ospiti della mostra nella serata-evento che si terrà giovedì 10 aprile.

«Ai miei tempi si insegnava agli arbitri a comandare i giocatori ed era un approccio sbagliato. L'arbitro è piuttosto una figura al servizio dei calciatori, della gente e, soprattutto, del gioco», ha affermato Paolo Casarin durante il taglio del nastro.

Ingresso libero

L'ingresso alla mostra (aperta fino a domenica 13 aprile) è gratuito, con possibilità di lasciare un'offerta che verrà totalmente destinata a «La passione di Yara», l’associazione nata in memoria di Yara Gambirasio con lo scopo di sostenere le passioni sportive, artistiche e culturali di adolescenti e giovani.

La mostra, ricordiamo, è dedicata alla memoria del collezionista Andrea Brovedani, un appassionato che ha lasciato un segno nel mondo dello sport e della raccolta di cimeli.

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