Pazienti rimasti senza medico: ecco l'ambulatorio temporaneo
Il servizio, per i lissonesi sprovvisti di dottore, sarà attivo nella nuova Casa di comunità attivata nell'ospedale di via Bernasconi
I pazienti sono rimasti senza medico e, in loro soccorso, arriva un ambulatorio temporaneo nella nuova Casa di comunità nell'ospedale di Lissone.
I pazienti rimasti senza dottore
Se dalla fine dello scorso anno sono andate in pensione due medici di famiglia, le dottoresse Maria Savinelli e Loretta Caglio, sarà proprio la Casa di comunità aperta dentro l'ospedale di via Bernasconi a fare da «paracadute» per le centinaia di pazienti rimasti senza medico di famiglia.
A partire dal 31 gennaio, infatti, le due dottoresse hanno cessato l’attività in città. Proprio per sopperire a questo disagio dallo scorso primo febbraio ha preso servizio nell’ambito di Lissone un nuovo professionista.
Il nuovo ambulatorio
L’Ats Brianza ha attivato all’interno dell’ospedale di Lissone l’Ambulatorio medico temporaneo.
Una soluzione - che non è definitiva - per i pazienti che, nel frattempo, non sono ancora stati assegnati a un nuovo medico.
E’ una soluzione che abbiamo trovato con i vertici di Ats Brianza per cercare di tamponare una situazione delicatissima. Finchè non arriveranno nuovi medici, l’ambulatorio temporaneo si occuperà anche dei pazienti delle due dottoresse andate in pensione. A Lissone purtroppo mancano ancora quattro medici di medicina generale, siamo al lavoro per contenere i disagi.
Ha sottolineato Ignazio Lo Faro, assessore alle Politiche per la salute. Lo sportello sarà aperto il mercoledì e venerdì dalle 16 alle 20 e il giovedì dalle 18 alle 20. Sarà obbligatorio prendere appuntamento al numero 335/7021330.
Il futuro dell’ospedale
L’assessore Lo Faro, però, ha in mente anche altre novità per il vecchio ospedale lissonese.
La nuova Casa di comunità è solo il primo tassello per un rilancio complessivo del nostro ospedale che potrebbe diventare davvero un unico polo sanitario per tutta la nostra città. Nelle ipotesi a medio-lungo termine dovrebbe esserci anche il trasferimento del servizio di guardia medica e di continuità assistenziale (oggi attivo presso la Caserma della Croce Verde in via Alberto da Giussano, Ndr). Non dimentichiamo che l’intero ospedale è di proprietà del Comune e sarebbe bello che diventi un vero centro per la salute, anche coinvolgendo le tante associazioni di volontariato del territorio.
Ha concluso Ignazio Lo Faro.
LEGGI L'EDIZIONE DIGITALE DEL GIORNALE DI MONZA