Arcore

Arcore, nella chiesa Regina del Rosario un presepe ambientato sul fronte di guerra e senza capanna

Una Natività che invita alla riflessione quella installata nella parrocchia arcorese di via Donizzetti

Arcore, nella chiesa Regina del Rosario un presepe ambientato sul fronte di guerra e senza capanna
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Quale speranza salverà il mondo?

Una Natività, quella ambientata ad Arcore, senza la tradizionale capanna, una assenza che interroga le coscienze poichè realizzata in un territorio di guerra, tra le macerie e i segni della distruzione.

E ancora le statue di Giuseppe e Maria che danno le spalle ai visitatori e che guardano una porta rovinata, che rappresenta la porta di casa di ciascuno di noi e che rimanda inevitabilmente a quella porta Santa che Papa Francesco aprirà a Roma la notte di Natale dando il via ufficiale al Giubileo della Speranza.

E sullo sfondo non potevano mancare foto di bambini sofferenti che raccontano un presente difficile soprattutto nei territori martoriati dalla guerra e dalla povertà.

Una Natività che fa riflettere

Se la Natività rappresentata nella chiesa di Sant'Eustorgio rappresenta la tradizione, (la sacra rappresentazione venne realizzata trent'anni fa da Giovanni Buonomo, Romano Galli e Tonino Sala e  vinse il concorso indetto dalla Diocesi di Milano nel 1994)  scelta diametralmente opposta quella intrapresa dai volontari della chiesa Regina del Santo Rosario di Arcore che hanno deciso di rappresentare uno scorcio del presepe decisamente forte, che spiazza e che fa riflettere.

La spiegazione del presepe

"La notte di Natale  il Papa aprirà la porta Santa - si legge nella spiegazione del presepe che si trova accanto alla sacra rappresentazione - Per questo motivo il richiamo alla porta Santa è un segno di questo presepe. Questa installazione vuole essere un invito alla riflessione e alla preghiera. La Natività appare di spalle... "Dio mio, Dio mio perchè mi hai abbandonato?". La capanna non esiste. Questa assenza ci interroga. Non dobbiamo smarrirci di fronte all'assenza di ciò che ci dà sicurezza. Ci sono i segni della guerra e della distruzione. Sopra a questi la stella che indica il cammino. C'è una strada di paglia che conduce ad una porta rovinata che potrebbe essere la porta di casa di ciascuno di noi, la porta di un nostro vicino, di quella persone che non vorremmo mai incontrare o di quell'amico che non vediamo da tempo e non troviamo il coraggio di andare a trovare.  Quale speranza salverà il mondo?".

Davanti al presepe possibile sostare in preghiera e lasciare una riflessione o una preghiera su un apposito quaderno.

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