"Antonio hai fatto della Casati Arcore un serbatoio di valori umani"
Stamattina, sabato 15 febraio 2025 la comunità arcorese ha salutato il presidente della Casati Antonio Radice scomparso giovedì scorso all'età di 74 anni
Non solo la gloriosa "Casati" ma tutto il mondo sportivo di Arcore piange la scomparsa di Antonio Radice, un vero pilastro dell'associazione biancoverde nata ottanta anni fa da un gruppo di cattolici all’oratorio cittadino e che dal dopoguerra svolge un ruolo educativo decisivo sul territorio. Il 74enne vulcanico presidente del sodalizio biancoverde, dal carattere socievole, è scomparso giovedì scorso dopo aver lottato come un leone, con tutte le sue forze, contro la malattia.
Le esequie
Le esequie di Radice sono state celebrate stamattina, sabato 15 febbraio, nella chiesa di Sant'Eustorgio che ha faticato a contenere parenti, amici e atleti della Casati. In prima fila, accanto ai famigliari, c'erano anche il sindaco Maurizio Bono con i suoi assessori e molti consiglieri comunali. Sull'altare, accanto al parroco don Virginio Vergani, c'era anche don Gabriele Villa, don Renato Vertemara e padre Antonello Rossi.
Prima dell'inizio della cerimonia Giancarlo Malchiodi, storico dirigente del settore calcio, ha posato sul feretro una maglietta biancoverde del sodalizio.
"Ho conosciuto Antonio poche settimane dopo il mio arrivo ad Arcore - ha sottolineato il parroco durante l'omelia - Mi aveva invitato al Palaunimec, nel suo regno, come lui lo definiva. Con fierezza ed entusiasmo. E' apparsa subito la profondita della sua fierezza poichè il suo regno non era da intendere come potere e possesso ma, piuttosto, come servizio. Ci siamo lasciati con la promessa di poter approfondire questa visita, per vedere il servizio che lì si svolge quotidianamente. Ho approfondito la sua conoscenza dai numerosi messaggi ricevuti in questi giorni. Ho cercato un filo rosso che potesse unirli e credo di averlo trovato nella parola passione. In lui c'era una grande gioia nel fare. Era appassionato per il servizio che svolgeva".
Le foto dell'ultimo saluto
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"Antonio ha dato un segno profondo alla comunità sportiva"
Parole semplici ma sentite quelle sottolineate dalla dirigente Casati Arianna Ietri durante il suo intervento.
"Antonio era un serbatoio di valori sportivi - ha sottolineato Ietri - Insieme a te abbiamo condiviso tanti anni di impegno quotidiano e assiduo. Sostenevi sempre che lo sport deve essere un incontro, una crescita unamana e civile”.
Non poteva mancare anche un pensiero del suo caro amico Luigi Maggioni (letto dal nipote Leonardo), che con lui ha condiviso tanti momenti importanti in Casati, sempre fianco a fianco.
“Caro Antonio, amico mio, amico di tutti noi. Per oltre 50 anni abbiamo condiviso una bellissima amicizia. Abbiamo lavorato tanto ma ci siamo anche tanto divertiti. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto, non c’è bisogno di dire quanto sei stato prezioso come vero amico. Mi auguro che il tuo esempio possa essere guida per le nuove generazioni e ora che sei lassù, amico mio, continua a guidarci”.
Chi era Antonio Radice?
Radice nacque il 17 luglio del 1950, era sposato, abitava a Bernate e aveva due figlie e due nipotine. Per decenni ha ricoperto prima il ruolo di direttore e poi di amministratore della Tipografica sociale di Monza, editore del settimanale locale "Cittadino" fino agli inizi del duemila. Con il suo estro e la sua lungimiranza, senza tralasciare lo spirito battagliero che l’ha sempre contraddistinto, ha saputo affrontare i grossi cambiamenti nel campo dell’editoria. Nel campo sportivo Radice iniziò a muovere i primi passi da dirigente e poi da presidente, nel 2007, della Casati. Ricordiamo che il sodalizio oggi conta pià di un migliaio di atleti ed è attiva in diverse discipline in vari settori: atletica, calcio, ginnastica artistica e ritmica, acrobatica, pallacanestro, volley, parkour e fitness.
Un grande appassionato di sport e non solo
La promozione dello sport tra i più giovani e le difficoltà legate al passaggio generazionale erano le sue più grandi preoccupazioni. Due stelle che hanno sempre guidato i suoi mandati da presidente. Radice era un vero appassionato di sport e il PalaUnimec, quasi superfluo ricordarlo, era diventata con gli anni la sua seconda casa. E se parliamo del palazzetto dello sport non possiamo dimenticare le battaglie che lo stesso Radice, insieme all’amico Luigi Maggioni, presidente onorario della Casati, hanno portato avanti in questi anni nel contenzioso legale per scongiurare la realizzazione della casa di riposo davanti al pratone del PalaUnimec. Battaglia che, ricordiamo, è tutt’ora in corso.
Le lacrime del sindaco
Anche il sindaco Maurizio Bono ha voluto ricordare Radice, definendolo un "vero guerriero" durante il suo intervento al termine delle esequie.
"Antonio era una persona unica, sempre disponibile, che ha fatto tanto per il paese anche attraverso la Casati e che sino all'ultimo non ha mai mollato - ha aggiunto il sindaco - Sono molto colpito perché è una persona a cui volevo molto bene. Possono definirlo un vero e proprio guerriero che non si è mai fermato, mai tirato indietro. Anche ultimamente, nonostante le condizioni di salute precarie, era sempre disponibile. Ha partecipato a tutti i tavoli anche quando stavamo ragionando sul palazzetto e sulla casa di riposo. Unico ed eccezionale, lascerà un grandissimo vuoto".