iniziato il processo

Uccise la cognata, saranno ascoltati in aula i consulenti

Giuseppe Caputo, 63 anni, era stato riconosciuto totalmente incapace di intendere e volere ma potrebbe essere sottoposto a una nuova perizia

Uccise la cognata, saranno ascoltati in aula i consulenti
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Uccise la cognata, saranno ascoltati in aula i consulenti. Giuseppe Caputo, 63 anni, era stato riconosciuto totalmente incapace di intendere e volere ma potrebbe essere sottoposto a una nuova perizia

Ascoltati i consulenti

L’audizione in aula del consulente del pubblico ministero e di quello nominato della parte civile. Questa la decisione presa dai giudici di Corte d’Assise di Monza in vista della prossima udienza di maggio del processo per l’omicidio di Giovanna Chinnici, 62 anni, ammazzata a coltellate sulle scale di casa dal cognato (e inquilino della stessa palazzina a Nova Milanese) Giuseppe Caputo, 63 anni, attualmente ristretto nella Rems di Castiglione delle Stiviere per problemi di salute menali certificati da una consulenza disposta dalla procura (pm Sara Mantovani) nella fase delle indagini preliminari.

La richiesta dei legali della vittima

Al processo apertosi oggi, mercoledì 26 marzo, i legali dei familiari della vittima (c’era anche la figlia parte offesa del reato di tentato omicidio) hanno chiesto che venisse sentito anche il loro consulente, sostenendo che alcuni aspetti della capacità di intendere e volere dell’imputato andrebbero approfonditi con ulteriori approfondimenti.

Potrebbe essere disposta una nuova perizia

La Corte presieduta dal giudice Stefania Donadeo si è riservata dunque la possibilità di disporre una nuova perizia super partes, ma soltanto dopo aver ascoltato in aula i due specialisti. In questo caso il processo potrebbe anche avere un esito diverso da quello che allo stato degli atti appare come il più probabile, ossia l’assoluzione per totale incapacità.

Infermo di mente e socialmente pericoloso

Secondo la consulenza voluta dalla procura infatti, Caputo soffre di un disturbo delirante da mania di persecuzione, in relazione alle sue convinzioni di essere stato costretto dai vicini (e familiari) a vivere al freddo, al punto da provocare la malattia della moglie (e sorella della vittima). Caputo viene considerato come pericoloso socialmente.

Accusato anche di stalking condominiale

L’idea che i parenti, dopo aver effettuato lavori sull’impianto di condizionamento dell’aria, avessero fatto in modo di indirizzare un getto di aria fredda a casa loro si è rivelata totalmente infondata, tanto che i Carabinieri hanno eseguito anche il divieto di dimora della moglie di Caputo, per evitare che la situazione fra inquilini precipitasse nuovamente. L'uomo è imputato anche di stalking condominiale.

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