Crisi occupazionale

Fumata nerissima dopo l'incontro tra sindacati e vertici Peg Perego

Durante l'incontro con i sindacati avvenuto ieri, martedì, la Peg ha detto no al nuovo semestre di ammortizzatori sociali, che pure le spetterebbe. Oggi in fabbrica si tengono le assemblee con gli operai

Fumata nerissima dopo l'incontro tra sindacati e vertici Peg Perego
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Ora è scontro durissimo, quasi totale. Fumata nera, anzi nerissima, a  seguito dell'incontro avvenuto ieri, martedì 29 luglio, tra sindacati e vertici della Peg Perego di Arcore.

L'azienda non intende aderire alla cassa integrazione

Dopo i passi avanti fatti la scorsa settimana al tavolo organizzato a Roma al Ministero del Mady in Italy, ieri sono arrivati nuovi passi indietro con una doccia gelata per i lavoratori: tagli al personale (95 dipendenti su 244) confermati e niente cassa. Infatti l'azienda di passeggini, come confermato da Adriana Geppert, ha detto no al nuovo semestre di ammortizzatori sociali, che pure le spetterebbe e che era stato messo sul tavolo proprio dal Ministero.  Oggi, mercoledì,  in fabbrica si tengono le assemblee: saranno gli operai a indicare la strada alle organizzazioni.
L’azienda di Arcore nota in tutto il mondo per la produzione di passeggini e giocattoli per bambini non intende ritirare i 95 licenziamenti su 244 dipendenti.

Nel corso dell'incontro l’azienda, pur redendosi disponibile ad una diminuzione del numero dei licenziamenti da lei
dichiarato, vuole che ci sia un numero di preadesioni volontarie all’uscita pari almeno al 50% degli esuberi, vincolando
l’utilizzo della cassa integrazione ancora disponibile solo se raggiunto tale numero.

"Peg sta sbattendo la porta in faccia ai suoi dipendenti"

"Così facendo Peg sta sbattendo la porta in faccia ai suoi lavoratori ma non solo, perchè in questa partita ci sono anche le  istituzioni e i sindacati - ha sottolineato Geppert della Fiom Cgil Brianza - L’azienda ha deciso non solo di non ritirare  i 95 licenziamenti ma di fatto ha anche bloccato il percorso di rilancio delineato dal ministero la scorsa settimana. Sono amareggiata perchè la situazione sta precipitando. In queste condizioni non servono neanche i fondi pubblici che il governo sarebbe disposto a mettere a disposizione, se la direzione evitasse soluzioni traumatiche per il personale. Ci hanno detto l’esatto contrario”.

L'azienda mette sul piatto qualche mensilità per chi volesse andarsene in maniera volontaria

 

D'altronde il ragionamento dei vertici Peg, che in questi mesi sono stati più volte contattati dalla nostra redazione  senza mai ottenere risposte, è molto chiaro: per ottenere sei mesi di cassa in più dovrebbero comunque mettere sul piatto del danaro. Soldi che, però, come ribadito dagli esponenti della famiglia Perego, non ci sarebbero. Sempre i vertici Peg, durante l'incontro di ieri, hanno nuovamente messo sul tavolo la necessita di ottenere una adesione preventiva alle uscite volontarie mettendo sul piatto, come incentivo, qualche mensilità.

"Gli ammortizzatori sono ancora possibili"

"Gli ammortizzatori sociali ancora possibili andrebbero utilizzati per i processi di riqualificazione e transizione industriale. Anzi, ci hanno parlato anche di costi del sito facendo presagire nuove manovre - ha continuato Geppert -  Eppure le possibilità di rilancio ci sono, ma i fondi ministeriali sono subordinati al rispetto dell’occupazione".

Le assemblee tenute oggi 30 luglio con le lavoratrici e lavoratori si sono concluse con una dichiarazione di sciopero
sino alla fine dei turni di lavoro, per la non condivisione da parte dell’azienda del percorso individuato dal Ministero
e sul quale le Organizzazioni Sindacali hanno dato disponibilità

 

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