Monza

Altro che Masterplan, per i comitati è un "Monsterplan"

Dopo i dettagli resi noti dal Giornale di Monza la reazione delle associazioni

Altro che Masterplan, per i comitati è un "Monsterplan"
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Hanno chiesto un mese fa che venisse presentato ufficialmente alla città il Masterplan  per il Parco e la Villa Reale e ancora non hanno ottenuto risposta. Sono 18 i comitati e le associazioni firmatarie di un duro documento che chiede trasparenza sul rilancio del complesso monumentale, dopo le indiscrezioni rese note dal Giornale di Monza, poi commentate anche dal sindaco di Monza Paolo Pilotto che aveva avanzato delle critiche su alcuni aspetti non condivisi.

L'attacco dei comitati: "Un monsterplan"

I comitati per quello che hanno potuto conoscere dei dettagli del Masterplan del Parco e della Villa Reale resi noti dal nostro settimanale cartaceo Il Giornale di Monza, non hanno esitato a definirlo "Un monsterplan".

Non sono però solo alcuni aspetti a finire sotto torchio, perché le associazioni e i comitati (di cui fanno parte Comitato per il Parco Antonio Cederna; Comitato La Villa Reale è anche mia; Italia Nostra sezione di Monza; Circolo Legambiente Alex Langer di Monza; CCR - Gruppo Ambiente e Territorio; Comitato Blandoria; Comitato Boito Monteverdi; Comitato Buon Pastore; Comitato Salvaguardia Buon Pastore; Comitato Salviamo l’Ospedale Umberto I; Comitato S. Albino; Comitato San Fruttuoso Bene Comune; Comitato Triante; Comitato Viale Lombardia 246; Osservatorio Antimafie MB "Peppino Impastato"; SaiCosaVorremmoInComune; Comitato Bastacemento; Ariapulita Monza)  contestano soprattutto il metodo.

Spiega Bianca Montrasio del Comitato Parco Cederna: "Lo strumento doveva e deve avere un percorso partecipativo, non essere qualcosa di confezionato che nemmeno viene reso noto ufficialmente - continua - Escludere così i cittadini è un errore. Parliamo di un bene di tutti, con valenza internazionale".

La richiesta di partecipazione sul Masterplan

L'accordo che ha portato al Masterplan risale al 16 gennaio 2018, l'obiettivo era  la valorizzazione del complesso monumentale, a cui la Regione destinava 32 milioni di euro (fase 2) che si aggiungevano a 23 milioni già stanziati per specifici interventi urgenti (fase1). Il Masterplan è stato consegnato ai proprietari del complesso monumentale, già a ottobre scorso, dall’ “Associazione Temporanea d’Impresa” (CLES e altri) incaricata della redazione del “Piano strategico per la valorizzazione del complesso monumentale Villa Reale e Parco di Monza” (un incarico da oltre 460.000 euro) per conto dell’Azienda Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti (ARIA Spa).

"Il 28 dicembre 2023 abbiamo inviato una PEC al Sindaco di Monza (Presidente del Consorzio Villa e Parco di Monza), al Direttore del Consorzio, ad ARIA spa e agli incaricati (CLES e altri)  chiedendo la sollecita diffusione del
Masterplan e l’apertura di un confronto pubblico prima che si effettuino scelte esiziali per il complesso monumentale. Ad oggi, nessuna risposta è pervenuta!", continua Giorgio Majoli di Legambiente.

"Eppure da definizione un Masterplan è uno strumento volontario che è liberamente condiviso e approvato dai soggetti interessati, ed è caratterizzato da processi partecipativi che sanciscono la validità del suo contenuto ai fini economici e sociali per i cittadini dei territori interessati dal progetto di programmazione territoriale", ha spiegato Majoli.

"L'unico sondaggio fatto era misero e ridicolo", attaccano ancora i comitati, spiegando: "Nel sito del Masterplan troviamo: La tua idea conta. La Reggia di tutti, una sorta di sondaggio online che ha raccolto 116 risposte da monzesi, 17 da Milano e 17 da Lissone. Il sondaggio è terminato il 18 luglio 2021 e l’esito non è pubblicato in quel sito web. Dopo quella data, non ci risulta sia stato fatto più nulla di pubblico.  Eppure nel sito di BAM! la società incaricata della comunicazione, si legge che si sarebbe occupata del Percorso partecipativo, attraverso  il coinvolgimento, a vari livelli, di stakeholder, rappresentanti del terzo settore e mondo dell’associazionismo e delle realtà già operative all’interno del complesso e della cittadinanza. Nulla di tutto questo è stato finora fatto!".

Il rischio che resti su uno scaffale

Al di là della scarsa partecipazione e del fatto che non sia stato reso pubblico, il rischio più grande per il Masterplan, non essendoci norme chiare sul procedimento è che rischi di far molto discutere ma di rimanere su uno scaffale e di non venire mai attuato.
"Forse gli estensori si sono dimenticati che siamo in Italia e non ci risulta che quel Piano sia previsto, assistito e supportato da alcuna norma di legge. Non è un piano urbanistico cogente e vincolante. È un atto volontario non avente valore prescrittivo, sempre e comunque modificabile, peraltro senza che sia chiaro con quali procedure
sarà approvato e/o modificato. E nel caso il Masterplan sia assimilato a un programma, crediamo allora sia necessario venga sottoposto a un procedimento di VAS (Valutazione Ambientale Strategica)".

Da qui la presa di posizione dei comitati: "Il Sindaco di Monza nonché Presidente del Consorzio ha giustamente fatto rilevare questa carenza, criticando anche nel merito alcune assurde previsioni del Piano, e dichiarando che verranno modificate: dalla destinazione commerciale del Serrone al finanziamento del restauro dell’anello d’alta velocità. Aprire questo processo pubblico di discussione non è una gentile concessione, è un dovere nei confronti della cittadinanza. Per questo chiediamo ancora alle Istituzioni coinvolte la più completa e sollecita diffusione del documento e l’apertura di un confronto pubblico prima che si effettuino scelte esiziali per il complesso monumentale Villa Reale e Parco di Monza. Non staremo ad aspettare l’uovo di Pasqua!".

Quello che non piace del Masterplan

Entrando invece nel merito del progetto, per quanto hanno potuto apprendere dalla stampa, i comitati sono preoccupati del rafforzamento della frammentazione del Parco, non solo con la conferma di tutte le concessioni “sportive” esistenti (Autodromo, Golf, Tennis club) ma addirittura con la previsione di una “Cittadella dello sport”.

"Ci preoccupano  la destinazione commerciale non solo di molte cascine presenti nel Parco ma addirittura del Serrone;  il mantenimento dell’Anello dell’alta velocità, per il quale da anni è previso l’abbattimento, condizione
sine qua non per il recupero di quell’unitarietà che sola consentirebbe al complesso monumentale Villa e Parco reale di ambire a essere inserita tra i beni del patrimonio dell’Unesco e la sostanziale privatizzazione di tutto il possibile".

Aggiunge Montrasio: "In generale al di là di aspetti assurdi come la ristorazione nel serrone che si possono anche cambiare, spaventa la sottovalutazione di un complesso che viene definito gioiello ma per cui poi sono ipotizzate scelte di destinazione d'uso e rapporto coi concessionari che lo sminuiscono terribilmente".

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