Arcore, il consigliere comunale Gaye premiato a Foggia per la pace
Sabato scorso 29 giugno il docente di Scienze umane e Filosofia, nonchè presidente dell'Accademia Internazionale Leopold Sèdar Senghor ha ricevuto un premio speciale ed importante a Foggia
Il consigliere comunale arcorese Cheikh Tidiane Gaye continua a fare incetta di premi in tutto lo Stivale italiano. Sabato il docente di Scienze umane e Filosofia, nonchè presidente dell'Accademia Internazionale Leopold Sèdar Senghor ha ricevuto un premio speciale ed importante a Foggia al Palazzo Dogana Piazza XX Settembre durante la cerimonia ufficiale del Premio nazionale di Poesia, Narrativa e Arti Visive - CIÒ CHE CAINO NON SA - contro la violenza di genere e sui minori -, giunto alla sua quinta edizione.
Gaye ha ricevuto il premio per la Pace
Gaye ha ricevuto il Premio per la Pace denominato Nargues Mohammadi Premio Nobel per la Pace 2023.
"Ciò che Caino non sa raccoglie molte adesioni e stiamo parlando di un premio ormai presente in Italia e all’estero che nasce per chiunque voglia dare il suo apporto, attraverso la poesia, per manifestare e sensibilizzare le coscienze con la solidarietà e la comunione di pensiero, per combattere il dilagare della violenza verso le donne e verso i minori o comunque verso i più fragili e bisognosi di attenzioni - ha sottolineato Gaye - Il nostro dovere è lavorare e partecipare a sensibilizzare molto di più le persone sul tema della pace, della libertà e dell’amore tra i popoli. Ringrazio la fondatrice del Premio, la poetessa Maria Teresa Infante, il presidente di giuria Massimo Massa, i giurati, gli organizzatori e i partecipanti per il traguardo raggiunto e per la difesa dei valori etici quali l’uguaglianza, la parità del genere, il rispetto e la lotta contro il femminicidio. Educare, sensibilizzare, promuovere la pace e l’uguaglianza ci dovrebbe illuminare e accompagnare le nostre azioni.
Di seguito la motivazione del premio
Ecco la motivazione del premio ricevuto dal consigliere comunale arcorese.
“In riconoscenza per il suo straordinario contributo alla costruzione di un mondo pacifico, equo e solidale. Per il suo impegno nella lotta in difesa dei diritti umani inalienabili dell’uomo, della libertà, della democrazia e della giustizia, contribuendo a sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale sulla solidarietà, la coesione sociale, la condivisione, l’accettazione, l’integrazione, documentate e denunciate attraverso le sue innumerevoli attività culturali, finalizzate alla diffusione dei principi della non violenza, del dialogo e della comprensione reciproca come soluzione dei conflitti, contribuendo a creare una società più rispettosa della dignità umana, prospettando nuovi itinerari di pace e opportunità per un futuro migliore. Modello di leadership morale, il suo esempio rappresenta una testimonianza della forza e della resilienza dei costruttori di pace ricordandoci che la pace è un impegno quotidiano e una responsabilità collettiva. La pace si costruisce, non si predica".
L'appello ai sindaci di tutti i comuni italiani
Cheikh Tidiane Gaye è una delle voci più autorevoli e note della letteratura migrante in Italia. A tal punto che nei nei mesi scorsi decise di inviare personalmente una richiesta a più di 500 sindaci italiani chiedendo a loro che venga piantato l’ulivo della pace nei loro comuni. "Restiamo umani, sensibilizziamo, educhiamo, promuoviamo la pace nelle scuole e tramite le nostre azioni politiche per il governo delle nostre città": è questa l’iniziativa lanciata nei giorni scorsi dal vicepresidente del Consiglio comunale di Arcore Gaye che ha già riscosso molto successo.
"Sul tema della pace ci vuole un cambio di passo"
"Vi è sempre più forte la necessità di un cambio di passo e di un impegno più incisivo nella lotta contro le guerre: la situazione della politica internazionale in Palestina, Israele, in Russia e in Ucraina, dovrebbe insegnare che la Pace va coltivata - ha sottolineato Gaye - In qualità di poeta e scrittore, sento fortemente la necessità di un’azione sempre più decisa, più forte per fare fronte a queste guerre e contribuire a un futuro più sereno e sicuro per noi e le future generazioni. Non possiamo farlo restando nello stesso modo di sempre, dobbiamo attingere dall’umano il meglio, ricercare nuove sensibilità, impiegare tutta l’intelligenza, ampliare la nostra conoscenza. La posa dell’albero può essere l’inizio di un percorso che rafforzi in tutti la conoscenza delle condizioni necessarie perché la pace regni tra tutte le genti, in ogni angolo della terra. Possiamo diventare semi di pace per germogliare un’umanità di alberi di pace e favorire una convivenza basata sulla libertà, la solidarietà, l’amore tra i popoli. È ormai da anni che promuovo queste idee e vorrei questa volta suggerire i politici locali a portare avanti questa idea".