Una sola vocazione

Chi faceva l'idraulico, chi l'ingegnere o l'infermiere. Domani diventeranno diaconi

I brianzoli sono Simone Tremolada, Jacopo Aprico, Davide Ciarla, Marco Guffanti e Angelo Radaelli.

Chi faceva l'idraulico, chi l'ingegnere o l'infermiere. Domani diventeranno diaconi
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Domani, sabato 25 settembre, 22 studenti del Seminario, tra cui quattro brianzoli, saranno ordinati diaconi nel Duomo di Milano dall’Arcivescovo, mons. Mario Delpini.

Storie diverse, una sola vocazione. Chi sono i 22 studenti che domani diventeranno diaconi

I candidati a diventare preti (la loro ordinazione sacerdotale è prevista per l’11 giugno 2022”) hanno storie molto diverse. Il più giovane ha 23 anni, il più anziano 57. Tra loro c’è chi si è laureato in Ingegneria, chi è stato infermiere, chi ha studiato per diventare un esperto in comunicazione o un veterinario. Ma anche chi ha lavorato come idraulico.

Proprio oggi vi abbiamo parlato di Simone Tremolada, 27 anni, residente a Cascina del Bruno ad Arcore. Simone è tra i 22 seminaristi che domani parteciperanno alla celebrazione. Dopo gli studi al liceo Banfi ha frequentato la facoltà di Matematica all’Università degli Studi di Milano. Voleva fare il professore ma dalla seconda superiore ha iniziato ad impegnarsi in oratorio, come animatore prima e come educatore dei ragazzi delle medie poi. E' nato così il percorso che domani lo porterà a diventare diacono.

Gli altri brianzoli

Ma tra i nomi dei 22 seminaristi ci sono anche quelli di Jacopo Aprico, muggiorese, Davide Ciarla di Biassono, Marco Guffanti di Limbiate e Angelo Radaelli di Verano Brianza. 

Pur provenendo da esperienze di vita così differenti, sottolinea la Diocesi di Milano, i futuri sacerdoti sono stati unanimi nello scegliere il motto e l’immagine che ogni anno le classi di seminaristi individuano come segni identificativi della loro vocazione.

Per il motto la scelta è caduta sulla frase che Gesù risorto rivolge nel Vangelo di Matteo ai discepoli increduli: «Io sono con voi».

Per l’immagine si è convenuto sul dipinto dell’artista americano Mike Moyers intitolato l’Hallelujah. «Il quadro - spiegano i candidati - rappresenta il Regno di Dio illuminato dalla sua luce gloriosa e abitato da tutti coloro che hanno fatto esperienza della sua opera redentrice per mezzo di Cristo. Una moltitudine di persone segnate dalle loro storie, dove anche le più difficili e frastagliate sono curate con compassione e amore, illuminate dalla Sua presenza».

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