Seregno

Don Armando: «Non ci sono persone sbagliate»

ll prete che ha partecipato al Brianza Pride replica alle «contestazioni» dell’ostetrica Rosaria Redaelli

Don Armando: «Non ci sono persone sbagliate»
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Resta vivace il dibattito a margine del recente Brianza Pride 2024, per la prima volta a Seregno. In particolare hanno fatto discutere le dichiarazioni rilasciate al Giornale di Seregno da don Armando Cattaneo, per vent’anni sacerdote in città, che era presente al corteo: «Chiedo scusa per la Chiesa ancorata alla tradizione. Come possiamo pensare che il Padreterno ci abbia fatto solo maschi o femmine?».
Parole che hanno suscitato la replica di Rosaria Redaelli, ostetrica ed educatrice affettivo sessuale di Carate, con un severo appunto al sacerdote: «Da un prete cattolico ci si aspetterebbe il minimo sindacale della conoscenza della Bibbia: “Maschio e femmina li creò”, Genesi 1,27. Varianti fisiologiche o psicologiche nei due generi non autorizzano a pensare che esistano altri generi oltre a quello maschile e femminile».

Rosaria Redaelli

Don Armando: «Non ci sono persone sbagliate»

«In quanto paramedico ed educatrice, Redaelli dovrebbe sapere che il concetto di maschio e femmina ha dovuto fare i conti, negli ultimi decenni, con l’emergere di conoscenze scientifiche che ci costringono a distinguere il sesso fenotipico (assegnato alla nascita in base a una sommaria valutazione degli organi genitali) dal sesso genetico (che, invece, viene determinato sulla base delle varie combinazioni dei due “gonosomi” che lo determinano) - replica don Armando Cattaneo - Le statistiche disponibili riportano un’incidenza superiore all’1.5 per cento della popolazione. Dobbiamo arrivare alla conclusione che si tratta di persone “sbagliate”?».

Ci sono «persone che vivono un’incongruenza di genere e che quindi, nel diventare uomini e donne, fanno fatica a identificarsi nel sesso che è stato loro assegnato alla nascita. Una minoranza significativa che, per secoli, ha dovuto soffocare il proprio disagio, perché non eravamo adeguatamente attrezzati per capire, da un punto di vista scientifico, la loro condizione. Dobbiamo anche in questo caso arrivare alla conclusione che si tratta di persone “sbagliate”?».

Don Armando Cattaneo respinge al mittente anche il «rimprovero» sulla conoscenza della Bibbia: «Citare un versetto al di fuori del suo contesto e trattarlo come se fosse l’articolo di un codice giuridico è un grosso errore. Lo dice chiaramente la Pontificia Commissione Biblica in un documento del 1993. L’idea di fondare su Genesi 1,27 una teologia dell’alterità sessuale è nata nel mondo protestante. Già nei primi secoli cristiani, invece, le interpretazioni che circolavano erano molto diverse. E san Giovanni Paolo II traduceva “Maschio e femmina LO creò”, come a dire che l’uomo è sintesi di maschio e femmina e solo così assomiglia a Dio».

Nel capitolo 1 della Genesi «la preoccupazione presente con grande continuità in tutto il testo è quella di spiegare la varietà della creazione e di convincere il lettore che quella varietà “è cosa buona”. La varietà della creazione viene affermata ripetendo ben dieci volte che ciascun essere viene creato “secondo la propria specie”. Il primo scopo dell’autore è quello di spiegare con l’azione creatrice di Dio la sorprendente ricchezza del creato».
Nel brano biblico evidenzia che «una creazione la cui varietà è da ricondurre all’attività di Dio non può che essere “strutturalmente buona”. Ed è in questo senso che va letta la frase che ho detto al Pride e che ha tanto scandalizzato la signora Redaelli. Come possiamo pensare che siano sbagliate tutte le persone (e sono tante) che, a causa di qualche caratteristica innata o di una incongruenza di genere, non si identificano con questa logica binaria? Significherebbe affermare che Dio fa dei “pezzi difettosi”, e cioè che Dio sbaglia».

Il riferimento alla lettera dell'Arcivescovo

Infine il riferimento alla lettera pastorale dello scorso anno dell’Arcivescovo Mario Delpini, con il richiamo «di non permettere che nessuno sia indotto a pensare di “essere fatto male”, di “essere sbagliato”». E «una particolare cura deve essere dedicata ad accompagnare e interpretare l’esperienza dell’amore e delle diverse sfumature dell’attrazione, sia verso persone di genere diverso, sia verso persone dello stesso genere. La frettolosa etichetta di “omosessuale”, “eterosessuale” mortifica la dinamica relazionale e tende a ridurla a una “pratica sessuale”».

(in copertina don Armando Cattaneo al Pride)

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