Voce ai giovani

"Eppure Soffia", giovani uniti dalla voglia di raccontare il mondo con i loro occhi

Si tratta di un progetto culturale e, oseremmo dire, quasi un esperimento sociale davvero innovativo che ha per protagonisti giovani arcoresi e non, tutti quanti ancora studenti delle scuole superiori

"Eppure Soffia", giovani uniti dalla voglia di raccontare il mondo con i loro occhi
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Tra loro c'è chi porta nel suo bagaglio personale la bellissima esperienza degli scout e cerca di trasmetterne i valori, chi porta avanti da anni l'attività di educatore in oratorio e volontario per il servizio doposcuola, aiutando i piccoli a fare i compiti.  C'è anche chi ha abbracciato il Movimento dei Focolarini, chi si definisce un vero genio della Matematica, chi ama la  politica, la geopolitica e l'opera lirica.

E poi ancora chi adora camminare con un quaderno tra le mani, su cui scrivere  e disegnare per passare il tempo e trovare se stessa. Chi ama la fotografia, la musica e il teatro. Spiriti diversi, talenti innumerevoli tutti quanti da sperimentare per mettersi veramente in gioco e provare a capire la vita.  Ma tutti accomunati dalla voglia di raccontare il mondo attraverso gli occhi dei ventenni di oggi, la generazione Z.

Se a tutto questo ci aggiungiamo il fatto che hanno deciso di chiamarsi "Eppure Soffia", rifacendosi ad una celebre canzone scritta dal cantautore Pierangelo Bertoli nel 1976 (la maggior parte di loro sarebbe nata 30 anni più tardi) allora è ancor più chiaro che siamo davanti ad una storia davvero unica nel suo genere, quasi irripetibile. Una risposta concreta e viva a chi fatica a vedere del positivo nella gioventù di oggi.

Un gruppo di amici e non solo

Si definiscono, in maniera umile, semplicemente un gruppo di amici accomunati dalla passione per il racconto, in tutte le sue sfaccettature artistiche: dal testo alla fotografia, dal teatro alla musica, dal disegno ai podcast. In realtà stiamo parlando di un progetto culturale e, oseremmo dire, quasi un esperimento sociale davvero innovativo, più unico che raro, che ha per protagonisti giovani arcoresi e non, tutti quanti ancora studenti delle scuole superiori (alcuni di loro saranno alle prese con la Maturità tra qualche mese).

Si scrive "Eppure Soffia Media", (www.eppuresoffiamedia.it), si legge una bellissima avventura nata tra le mura dell'oratorio della parrocchia Regina del Rosario alcuni anni fa e che piano piano si è trasformata in una grande famiglia. Saranno loro a dare voce al Festival dei Giovani, in procinto di iniziare il ricco calendario di eventi il prossimo 9 maggio.

I giovani protagonisti

I progatonisti della storia che vi stiamo per raccontare sono Luca Busillo,  Emma Bricco, Daniele Santospirito, Gaia Colombo, Francesco Sala, Francesco Alaimo, Diana Valent, Alessandro Cunegatti e Alessia Quirino. Loro sono lo zoccolo duro del sodalizio che si ritrova abitualmente, anzi quasi giornalmente, all'interno dei locali dell'oratorio. Ma attorno a loro gravitano tantissimi altri giovanissimi che si sono avvicinati alla loro realtà e che sono desiderosi di intraprendere il loro percorso.

"Ognuno a modo suo, e attraverso lo strumento che preferisce, prova a condividere ciò che vediamo, narrandolo dalla nostra prospettiva - hanno spiegato i ragazzi che stamattina, venerdì 2 maggio 2025, abbiamo incontrato per una intervista in oratorio -  Ci troviamo così a fare documentari, condurre progetti fotografici, scrivere articoli, ma anche a svolgere lavori su commissione come coperture mediatiche di eventi, spot, e chissà cos'altro. Da un po' stiamo provando anche a mettere le nostre capacità a disposizione di chi le richiede come, per esempio, per il Festival dei Giovani organizzato dall'Amministrazione comunale di Arcore".

Passando in rassegna il loro sito troviamo già diversi contributi sui temi più disparati: si passa dal racconto dell'alluvione di Faenza nel settembre dello scorso anno fino alle elezioni europee. E poi ancora il rapporto tra "Social e Democrazia", la vittoria di Trump alle elezioni americane e tanto altro ancora.

Un progetto che parte dall'Einstein di Vimercate

"Nel 2017 la professoressa Luisella Favuzza, insegnante di italiano un pò matta ma col sorriso sempre stampato in faccia, decise di fondare all'interno dell'Istituto Einstein di Vimercate una piccola redazione radiofonica, che si sarebbe appoggiata alla più grande Young Radio, e che presto avrebbe preso il nome di Ein#Radio - ha raccontato Luca Busillo -  In Ein#Radio si ritrovarono prima 6, poi 10, poi 25 studenti che cominciarono a scrivere e parlare, raccontando il mondo attraverso i loro occhi. La piccola redazione si distingueva dagli altri giornalini scolastici principalmente per due cose: innanzitutto era per costituzione del tutto indipendente dall'istituzione scolastica, e anzi si concentrava sul raccontare ciò che c'era oltre le mura dell'edificio. In secondo luogo, era mossa in ogni azione da profondi ideali di libertà e uguaglianza. I giovani giornalisti in erba si trovarono così ad intervistare cantanti, attivisti, sopravvissuti all'olocausto, artisti, e una miriade di altri personaggi che hanno fatto della loro storia uno spunto per le nuove generazioni. Poi, a seguito del trasferimento della fondatrice, le redini della radio vennero prese in mano da altre due professoresse, con una diversa concezione di cosa la redazione dovesse essere. Mancati gli ideali su cui per 7 anni aveva cavalcato, Ein#Radio è morta nel giro di pochi mesi".

Dalle ceneri di Ein#Radio è nato il progetto Eppure Soffia

Tutto finito? Nemmeno per sogno.

"Alcuni ex membri di Ein#Radio avevano già deciso, nel frattempo, di fondare una loro redazione indipendente che si poggiasse sugli ideali che avevano reso grande l'ormai defunta radio. Questa nuova redazione si chiama Eppure Soffia. Da sempre il nostro gruppo di amici è avvezzo al contatto con storie incredibili, testimonianze, racconti. Così in un torrido giorno di maggio, tornando a casa da scuola, ci venne un'idea: provare a raccontare quelle storie, così da far scoprire a tutti quante cose incredibili si celano dietro gli sguardi di coloro che incontriamo ogni giorno per strada. Dopo una lunga pausa di riflessione, chiacchierate, idee e dubbi, decidemmo di provare a mettere su un gruppetto formato dai nostri amici che più si sono distinti per il desiderio di narrare, ognuno attraverso il proprio strumento, la realtà nelle sue mille forme. Abbiamo deciso di chiamarci Eppure Soffia. La canzone di Bertoli allude al vento come una metafora dell'intrinseca capacità della natura (ma anche delle idee, o della speranza stessa) di continuare ad andare avanti, nonostante tutta la distruzione circostante, un simbolo della luce che persevera sempre e comunque. Il logo originale, disegnato da Luca, raffigura un soffione che in una folata di vento perde i propri semi, che si disperdono nell'aria come messaggeri, e che depositandosi daranno frutto a nuovi fiori. Il parallelismo più evidente è quello tra i semi del dente di leone e le storie che raccontiamo, nell'augurio che come vento possiamo diffonderli in terreno fertile, in modo che una volta atterrati possano far nascere in chi ci ascolta un nuovo fiore".

La missione e... la cipolla

La missione del gruppo è quella di fornire a giovani narratori un contesto in cui collaborare al fine di diffondere la propria prospettiva non solo su temi che riguardano i giovani ma che spaziano a 360 gradi su tutti più svariati temi, molti da "adulti". Per esempio Luca e Daniele lo scorso mese di settembre avevano gestito la comunicazione sui Social del Festival delle Geografie di Villasanta.

 

"Abbiamo deciso di non focalizzarci su un unico mezzo di trasmissione, sfruttando invece i preferiti di ognuno di noi. C'è quindi chi fa foto, chi fa video, chi scrive, chi disegna, e chi più ne ha più ne metta - hanno concluso i giovani - La redazione, e alcuni suoi membri in particolare, aderisce ai principi del Movimento dei Focolari: amore, aiuto reciproco, pace, unità, e si prefissa di operare affinché questi ideali si raggiungano attraverso il materiale prodotto, distribuendo a chiunque, tra le altre tematiche, un’esposizione delle attività e dei metodi del Movimento che possa essere d’ispirazione. L’ideale è una cipolla: parte dalla singola persona dentro sé, si coniuga nella sua famiglia, nella sua casa, nella via, nel paese in cui vive, ancor prima che nel mondo. La famiglia di "Eppure Soffia" riunisce alcuni ragazzi dello stesso territorio con l’obiettivo di amplificare le capacità e i talenti di ognuno a servizio dell’amore, guardandosi necessariamente intorno in modo duplice: quali opere di bene già esistono, come documentarle e farle conoscere attraverso la mia penna, la mia fotocamera, il mio proiettore? Cosa ancora c’è da fare per gli altri, che sia alla portata delle mie mani?".

"Non è il podcast della Chiesa"

"Ci teniamo a sottolineare che non siamo il podcast della Chiesa - hanno concluso i giovani - Ovviamente nasciamo in oratorio e siamo testimoni dei valori che trasmette questo luogo ma noi vogliamo spaziare sui temi da trattare. Incontriamo molte persone e rispettiamo ognuna di loro a prescindere dal loro credo. Per esemprio per il prossimo oratorio estivo che partirà a giugno possiamo dire senza problemi che avremo animatori cattolici praticanti, atei, buddisti e musulmani".

 

 

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