Genitori che insultano l'arbitro, la società minaccia il Daspo
La decisione dell'Acd Cavenago che ha spiegato come i genitori "facinorosi", saranno invitati a lasciare il centro sportivo e verranno chiamate le Forze dell'Ordine
Non c’è più posto sugli spalti del centro sportivo per quei genitori che insultano e contestano l’arbitro. La misura è ormai colma per l’Acd Cavenago che domenica 15 dicembre, a seguito di nuovo episodio di attacco verbale nei confronti dell’arbitro durante una delle partite delle sue squadre giovanili, ha deciso quindi di prendere le distanze e sottolineare che, qualora si dovesse verificare nuovamente situazioni simili, la tolleranza sarà zero.
Genitori che insultano l'arbitro, la società minaccia il Daspo
«Anche questa mattina (domenica ndr.), purtroppo, durante lo svolgimento di un partita di campionato dei Giovanissimi, si sono verificati episodi di ingiurie e offese da parte dei nostri genitori presenti in tribuna nei confronti del direttore di gara (peraltro come spesso accade gli arbitri sono ragazzi della stessa età dei giocatori in campo….)», ha spiegato il direttivo della società guidata dal presidente Paolo Sotgiu (in foto).
Episodi resi ancor più gravi dal fatto che solamente giovedì 12 e venerdì 13 dicembre, nel corso delle cene di Natale organizzate dalla società, proprio il numero uno dell’Acd Cavenago, aveva sottolineato l’importanza del rispetto nei confronti della figura arbitrale da parte dei genitori:
«Solo qualche giorno fa, durante la cena natalizia, il presidente ha sensibilizzato tutti i presenti (genitori e atleti) sulla imprescindibile importanza di rispettare e accettare l’operato dei direttori di gara, invitando ed esortando tutti a limitarsi a sostenere e incitare la propria squadra - ha proseguito il direttivo - Con rammarico e delusione constatiamo che quanto detto non è stato recepito da tutti, pertanto ribadiamo con forza, che la società Acd Cavenago non è più disposta ad accettare e tollerare comportamenti antisportivi nei confronti del direttore di gara da parte di nessun spettatore presente in tribuna, che sia di casa o della squadra ospite».
La decisione della squadra cavenaghese
Dallo stigma nei confronti del comportamento dei genitori, la squadra ha promesso che passerà ai fatti, chiedendo - laddove dovesse essere necessario - anche l’intervento delle Forze dell’Ordine:
«La società ha quindi deciso che a partire da oggi - continua il direttivo - qualora si dovessero ripetere episodi di ingiurie e offese contro il direttore di gara o avversari, i soggetti responsabili saranno invitati ad uscire fuori dall’impianto sportivo dal personale della società; e in caso di resistenza verranno chiamate le forze dell’ordine per l’identificazione dei soggetti responsabili e eventualmente, qualora venissero ravvisati gli estremi, l’attribuzione del Daspo».
L’Acd Cavenago ha promesso che continuerà a battere chiodo su questo argomento, con l’obiettivo di cercare di educare genitori e calciatori al rispetto dell’arbitro:
«Nonostante il ripetersi di questi episodi, la società continuerà a perseguire il proprio obiettivo di educare giocatori e spettatori al rispetto dei direttori di gara e avversari, anche a costo di perdere i propri atleti dovuti alle conseguenze dei comportamenti sopra esposti dei genitori».
Una durissima presa di posizione, commentata poi dallo stesso presidente Sotgiu:
«Quando mi hanno chiamato domenica mattina per dirmi ciò che era successo, non ci ho più visto. Giovedì e venerdì durante le cene di Natale, dopo il mio intervento ho ricevuto tanti applausi, però avevo sottolineato la necessità che i consensi non si limitassero a quello, ma che venissero tradotti poi in comportamenti adeguati e rispettosi. Così non è stato e quindi ci ha spinti a diramare questa comunicazione a tutte le famiglie e a tutti i nostri atleti».
Sotgiu ha spiegato che l’Acd Cavenago è da anni in prima linea per combattere contro la violenza in tutte le sue forme:
«Nel 2021 avevamo introdotto uno strumento educativo per i nostri giocatori che prendevano ammonizioni per proteste, mandandoli ad arbitrare partite delle squadre più piccole, in modo da capire che anche gli arbitri possono sbagliare e non si può insultarli per questa cosa. Ora però è necessario che anche i genitori capiscano questa cosa. Nel nostro centro sportivo non c’è spazio per chi si comporta in questo modo», conclude Sotgiu.