Il tunnel di Monza compie dieci anni
Circa 200 milioni di veicoli transitati sottoterra e non più tra le case. L'Associazione HQ Monza svela gioie (e qualche dolore), numeri (e segreti) della galleria
Dieci anni fa, il 3 aprile 2013, veniva inaugurata e aperta al transito la galleria urbana di Monza della SS36, un chilometro e 805 metri, una delle due più lunghe d’Europa sotto una città (l’altra è a Madrid). Da allora ad oggi sono transitati nel tunnel, invece che in mezzo alle case, almeno 200 milioni di veicoli (il 30% camion).
Il tunnel di Monza compie dieci anni
Nel ricordare con soddisfazione questo anniversario, in quanto capofila delle cinque associazioni che hanno proposto la galleria, l'Associazione HQ Monza fa un bilancio della realizzazione (tunnel sotto e strada e verde sopra), non senza dimenticare alcuni problemi esistenti. Con l’occasione rende anche noti alcuni retroscena inediti della lunga battaglia che ha portato alla realizzazione dell’opera.
I numeri di un tunnel da record
Bastano alcuni numeri essenziali per meglio comprendere l’importanza e la singolarità di questa opera di alto livello costruttivo e tecnologico che sicuramente ha cambiato la viabilità del territorio.
Il tunnel urbano di Monza, lo ricordiamo, ha tre corsie per senso di marcia, più piazzole di emergenza, in due canne distinte tra loro accessibili per le emergenze grazie a due bypass con paratie mobili. Ogni canna è larga 14 metri.
La struttura è stata costruita con 330mila metricubi totali di calcestruzzo, rampe di accesso escluse, 28mila tonnellate di acciaio per le armature e 9mila travi in cemento armato. Sono stati fatti circa 8mila viaggi notturni di autoarticolati per portare via la terra scavata.
La struttura ha due centrali di ventilazione, filtraggio e disinquinamento dell’aria e tredici uscite di sicurezza con sistemi antifuoco all’avanguardia.
Ventidue sono i sensori che rilevano diversi parametri del traffico, capaci anche di identificare i trasporti pericolosi e pre-attivare l’impianto antincendio a tre livelli 2.700 tra alberi e cespugli piantati sopra il tunnel
Problemi nel tunnel
Un primo problema sollevato dall'Associazione HQ Monza è quello relativo al filtraggio dell'aria che, secondo il gruppo di cittadini, sarebbe da aumentare.
"L’impianto di disinquinamento viene a nostro avviso gestito da Anas in modo troppo “parsimonioso”. Entra in funzione solamente in caso di accatastamenti o code intense, mentre sarebbe utile e opportuno sempre nelle ore di punta. La galleria va lavata più spesso: in dieci anni ci risulta sia stato fatto solo due volte. E’ importante perché le pareti, trattate con vernici al biossido di titanio, trattengono PM10 e PM5 con efficienza soltanto se pulite con regolarità".
Sicurezza
Poi c'è la questione sicurezza da rafforzare.
"E’ aumentato negli anni il numero degli automobilisti che hanno preso “troppa confidenza” con il tunnel - spiega l'Associazione. Si registrano spesso velocità elevate rispetto al limite di sicurezza di 90 kmh. Per fortuna, gli incidenti sono stati in questi anni pochi e non gravi, ma il rischio - in una galleria - richiede sempre massima prudenza. Rinnoviamo ad Anas la richiesta di far omologare i rilevatori di velocità che già esistono nella galleria, mettendoli poi a disposizione della Polstrada in funzione di veri e propri Autovelox".
Inoltre - prosegue il gruppo di cittadini nella nota inviata alla stampa - "una galleria di questo tipo richiederebbe una esercitazione di emergenza ogni anno. Al momento ci risulta che, in 10 anni, ne sia stata fatta una soltanto".
Problemi su viale Lombardia
Ma di problemi ne permangono anche nel tratto superiore, quello di viale Lombardia.
L'associazione ribadisce che continua ad esserci chi attraversa i quartieri e non il tunnel:
"Se l’ingorgo perenne è ormai dimenticato, nelle ore di punta il traffico sul viale Lombardia è tornato presto ad essere notevole, con qualche coda. A seguito di rilevazioni e interviste da noi effettuate negli scorsi anni, abbiamo capito che buona parte del traffico di superficie è composto da veicoli che evitano il casello a pagamento della A52 Tangenziale Nord, uscendo a Sesto Vulcano, passando quindi in città nelle vie Campania, Lombardia e Taccona, per poi reimmettersi nella A52 allo svincolo di Cinisello/Muggiò. Questo in direzione Rho, ma accade anche viceversa. Da anni, per questa ragione e per diverse altre, chiediamo la soppressione di quel casello sulla A52".
Abbiamo anche rilevato che, nella direzione da Cinisello verso Nord, ci sono molti automobilisti diretti a Villa Reale-Carate che restano in superficie e non usano il tunnel con la apposita uscita sotterranea verso il rondò dei pini. Questo comportamento è francamente incomprensibile, però esiste e quindi andrebbe analizzato dagli enti pubblici competenti per trovare soluzioni.
La cura del verde
Un altro grosso problema riguarda la cura del verde. L'Associazione HQ Monza ribadisce che la condizione del verde in superficie è allarmante, tale da compromettere i risultati di un progetto che - sottolinea - è stato steso dall’architetto paesaggista Kipar e realizzato da una azienda specializzata che è la stessa che cura i giardini della Reggia di Caserta e importanti parchi a Roma.
"Ci sono alberi e cespugli morti che non vengono sostituiti, i bellissimi ciliegi sono privi delle necessarie potature, molte piante risultano danneggiate alla base da un uso incauto dei tagliaerba a filo, alcuni tronchi secchi non rimossi sono in marcitura e attaccati da funghi. Non solo. I marciapiedi sono pieni di erbe infestanti, le aiole evidenziano cartacce e piccoli rifiuti, sintomo di una scarsa pulizia prima o dopo la tosatura dell’erba. Inoltre, nei mesi estivi continua a restare inutilizzato o sotto utilizzato il sistema fisso di irrigazione. Sugli aspetti che riguardano il verde stiamo preparando una documentazione più dettagliata, con anche una analisi di quanto previsto dal contratto di appalto".
Retroscena della lunga battaglia per il tunnel
Ma il tunnel che oggi compie 10 anni ha avuto sicuramente una storia degna di nota. La linea temporale che parte dalla sua ideazione - la prima volta che venne proposto correva l'anno 1996 - e arriva fino alla sua progettazione e poi all'avvio del cantiere, è segnata anche da alcuni retroscena che, in occasione dei dieci anni, l'Associazione HQ Monza vuole ricordare.
La prima idea
"La prima volta che, in una nostra riunione, si parlò dell’ipotesi di una galleria urbana per la SS36 a Monza fu nel novembre 1996 - raccolta l'Associazione HQ Monza. L’idea uscì quasi per caso, senza troppo peso, ma subito si capì che era un’idea risolutiva".
La cena “segreta” di Scanagatti
Prima di essere trasferito ad Anas - prosegue HQ Monza - il tratto di strada per il quale chiedevamo una galleria urbana era gestito dalla Provincia di Milano. Dopo il primo anno di battaglie e di proteste, l’allora consigliere comunale Roberto Scanagatti ci combinò una cena riservata con l’assessore provinciale alla viabilità Ignazio Ravasi. Convinto dalle nostre idee, Ravasi promise la realizzazione di un progetto di tunnel, cosa che avvenne. Quello fu il primo documento ufficiale sul quale è stato poi sviluppato tutto il resto.
La strategia di Colombo per i fondi
Il sindaco di Monza Roberto Colombo - si legge ancora nella nota dell'Associazione - è stato un altro sostenitore “storico” del tunnel e suo è il merito di avere convinto il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Lombardia a trasferire la competenza della strada ad Anas, garantendo finanziamenti adeguati per la realizzazione dell’opera, costata 90 milioni di euro su 330 totali di investimento tra Monza e Cinisello Balsamo.
Se blocchi Monza, blocchi Milano (e oltre)
Ma di ricordi ce ne sono molti altri. Ad esempio, raccontano da HQ Monza
"Quando abbiamo organizzato manifestazioni lungo il viale Lombardia (SS36), sempre alle 18, bastavano 15 minuti di blocco del traffico a Monza per paralizzare a catena tutte le tangenziali, inclusa la Ovest, e i raccordi autostradali di Milano. Questo aiuta a comprendere come la rete stradale fosse, e ancora oggi sia, satura e incapace di assorbire un imprevisto".
Esposti, inquinamento in bottiglia e la ruspa a Di Pietro
In diciassette anni di battaglia per il tunnel, l'Associazione HQ Monza - insieme ai cinque Comitati per la Galleria - ha presentato 187 tra esposti e istanze a vari enti come Regione, Provincia, Comune, Commissione Europea, Ministero dei
Lavori Pubblici, Ministero Infrastrutture, Corte dei Conti, Procura della Repubblica, Sovrintendenza ai Beni Storici e Ambientali, Prefettura, Provveditorato Opere Pubbliche Lombardia.
Poi, racconta ancora l'Associazione
"Esistono ancora, a casa di alcuni associati, bottiglie che sono state chiuse e sigillate sul viale Lombardia nel giugno 1998. Sono bottiglie di smog della SS36, quello smog che il tunnel - con il suo impianto di disinquinamento - ha ridotto in superficie di oltre l’80 per cento.
Nel gennaio 2008, dopo un nostro appello scritto, il ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro venne a Monza per annunciare che aveva sbloccato i fondi per la realizzazione del tunnel. Gli regalammo una ruspa giocattolo, per fargli capire che noi stavamo comunque aspettando l’inizio dei lavori. Davanti ai fotografi, Di Pietro sorrise, ma sibilò a denti stretti: “Questa trappola non mi piace...”.
Formigoni “prigioniero”
Infine un aneddoto relativo ad una delle tante fasi difficili che ha attraversato il progetto del tunnel...
"In una delle tante fasi difficili - raccontano dall'Associazione - l’allora presidente di Confindustria di Monza e Brianza, Carlo Edoardo Valli, che è sempre stato favorevole al progetto, ci diede una mano. Avendo ospite a Monza il presidente della Regione Lombardia Formigoni, senza preavvisarlo lo fece entrare in una stanza nella quale c’era una nostra delegazione ad aspettare. Valli uscì subito e lo lasciò solo. Formigoni non riuscì ad andarsene fino a quando non promise, davanti a venti persone, che sarebbe intervenuto per rilanciare il progetto di tunnel".