Arcore

Lo storico pediatra appende il camice bianco "Ho curato migliaia di bimbi con amore"

Il 70enne Paolo Arosio ha raggiunto la pensione: ha lavorato per 25 anni anche al San Gerardo di Monza.

Lo storico pediatra appende il camice bianco "Ho curato migliaia di bimbi con amore"
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Non solo pediatra, ad Arcore, per oltre 15 anni, ma anche medico, per ben 25 anni della terapia intensiva neonatale del San Gerardo di Monza e benefattore, volontario e fondatore degli «Amici di Giovanni», una onlus a scopo educativo dedicata a famiglie con figli affetti dalla sindrome di Down e non solo.

Il pediatra Paolo Arosio va in pensione

Più vite racchiuse in una quelle vissute dal 70enne Paolo Arosio, residente a Lissone, stimato pediatra che dal 2005 e fino allo scorso 23 agosto è stato un punto di riferimento per tante famiglie arcoresi. Ora, per lo stimato medico si sono aperte le porte del meritato pensionamento. Un traguardo che lo storico pediatra ha raggiunto ufficialmente la scorsa settimana, data che segna di fatto la fine di un lungo percorso in città.

Migliaia i bambini passati dal suo studio

Moltissimi, infatti, sono stati i bambini passati dal suo studio di via Gilera in tutti questi anni, durante i quali il dottor Arosio ha visto crescere generazioni di arcoresi. E in questa crescita lo specialista ha sicuramente grande merito, frutto della sua professionalità e soprattutto dedizione. Numerose le attestazioni di stima e riconoscenza pervenutegli in queste ultime settimane di servizio, durante le quali ha potuto dare l’ultimo saluto ai suoi piccoli pazienti, che da ieri dunque hanno perso un valido punto di riferimento. Così come tante famiglie, alle quali è già stato assegnato un nuovo pediatra, la dottoressa Giuseppina San Martino, che proprio in questi giorni prenderà il posto del dottor Arosio.

Una lunghissima carriera

"Si chiude un capitolo importante della mia storia professionale, anche se, in realtà, uno rimane medico per tutta la vita - ha sottolineato Arosio - Mi piace sempre sottolineare che io non provengo da una famiglia di medici: papà faceva il falegname, o meglio, il mobiliere mentre mamma era una sarta bravissima. Ma fin da subito ho sentito dentro di me il desiderio di dedicarmi al prossimo attraverso la medicina. E la mia voglia di apprendere mi ha portato alla Pediatria. Prima di approdare ad Arcore, subito dopo la laurea, agli inizi degli anni ‘80, ho iniziato la mia carriera professionale nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale San Gerardo di Monza. Poi, nel 1981 e 1982, ho trascorso due anni in America, a Washington, dove ho imparato moltissimo in un centro di ricerca neonatale. Successivamente ho continuato la mia attività in ospedale che mi ha portato a vivere esperienze davvero uniche e irripetibili. Non è stata una passeggiata lavorare a stretto contatto con piccole creature ammalate: intubare un bimbo che pesa 900 grammi non è uno scherzo. Eppure ho sempre cercato di curarli con tanto amore e dedizione e credo di esserci riuscito. Ho avuto a che fare soprattutto con bimbi nati prematuri. Invece l’esperienza di pediatra è stata tutt’altra cosa. Lo ripeto spesso: i bambini si curano insieme ai genitori. Anzi i primi da educare sono proprio mamme e papà. Però, per non perdere il contatto con quella che definisco la straordinaria scuola di vita dell’ospedale, due mattine a settimane le trascorrevo al San Gerardo per tenermi aggiornato sulle varie patologie che affliggono i bimbi".

Ora tanto volontariato

Per il dottor Arosio ora si apre un nuovo capitolo della propria vita, magari ancor più orientato al mondo del volontariato, di cui è indubbiamente un grande esponente. Da sottolineare, infatti, l’impegno profuso dal medico come presidente dell’associazione «Gli amici di Giovanni», che ha contribuito a fondare con la moglie Paola e insieme a Tiziana e Claudio Caggioni.
Ricordiamo che Arosio è padre di quattro figli, di cui l’ultima, oggi venticinquenne, nata con la sindrome di Down. Una realtà che colpisce duramente, in particolare se è lo stesso papà, pediatra e neonatologo, a fare la diagnosi.
“Abbiamo cominciato ad aiutarci su cose concrete, dove si fa una certa terapia, quale dottore è consigliabile per quella situazione – ha raccontato Paolo – ma poi soprattutto ci siamo aiutati ad andare a fondo del significato di quello che ci veniva dato da vivere".

L'omaggio del collega Mantegazza

Anche il pedagogista della Bicocca Raffaele Mantegazza, grande amico del dottore, ha voluto omaggiare la figura di Arosio.
"Va in pensione Paolo Arosio, un grande pediatra, accogliente e gentile, equilibrato e comunicativo - ha sottolineato Mantegazza - Grazie per lo splendido lavoro svolto e buona pensione, anche se sono certo che continuerà il suo impegno civico a favore dei bambini e delle bambine".

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