Vertenza

Oppizio assolto, non ci fu offesa a pubblico ufficiale

Dopo cinque anni e sei udienze in Tribunale si è chiusa la vertenza che contrapponeva il comandante della Polizia locale Giovanni Ranno e il 34enne

Oppizio assolto, non ci fu offesa a pubblico ufficiale
Pubblicato:

Dopo cinque anni si è chiusa la vertenza che contrapponeva il comandante della Polizia Locale di Barlassina Giovanni Ranno a Marco Oppizio, con l’assoluzione piena per il cittadino accusato di oltraggio a pubblico ufficiale.

Oppizio assolto, non ci fu offesa a pubblico ufficiale

La vicenda risale alla primavera del 2020 quando Oppizio, 34 anni, era solito diffondere in strada musica dalla sua abitazione, mentre tutta l’Italia era in lockdown. Allertato da alcuni vicini di casa, il comandante Ranno si era recato sul posto insieme all’ex sindaco Piermario Galli e aveva staccato i fili collegati agli amplificatori. Ne era nata una discussione e Oppizio fu denunciato per presunti insulti alla Polizia Locale. Dopo pochi mesi era arrivato un decreto penale di condanna a otto mesi di carcere commutati in quattromila euro di sanzione, ma il verdetto del Tribunale di Monza della scorsa settimana ha ribaltato tutto: assoluzione piena perché il fatto non sussiste.

«Una vicenda giudiziaria surreale che mi ha visto accusato ingiustamente di aver insultato un pubblico ufficiale - esulta Oppizio - Durante il periodo del Covid trasmettevo un po’ di musica dalla finestra per dare un segnale di speranza. In quell’occasione il comandante si è avvicinato alla mia finestra, ha infilato le mani dentro casa e ha strappato i cavi dell’impianto audio. Poi mi ha accusato di averlo insultato, un’accusa costruita a tavolino».

Dopo cinque anni e sei udienze è stata messa la parola fine a questa vicenda, grazie anche ai testimoni che hanno ricostruito quello che è successo:

«Tutti, anche quelli della parte offesa, sono stati molto equilibrati e nessuno ha ripetuto gli insulti che sarebbero stati pronunciati - spiega l’avvocato Luca Orunesu, uno dei legali che ha difeso Oppizio - Leggeremo nelle motivazioni cosa ha spinto il giudice all’assoluzione, ma credo sia stata accolta la nostra difesa per cui in caso di atto non legittimo la reazione può esserci e che non si configura comunque l’oltraggio perché non si era in luogo pubblico in presenza di altre persone».

Rimane della sua idea il comandante Ranno:

«Quello che è successo l’ho scritto nero su bianco - afferma - Adesso aspetto le motivazioni della sentenza, ma so di aver difeso l’onore della divisa che protegge le persone». Scarta comunque l’ipotesi di ricorrere al terzo grado di giudizio: «Ormai è acqua passata e non ho più interesse ad andare avanti», conclude.

Secondo Oppizio tutto sarebbe nato per ragioni politiche:

«Ne sono ancora convinto - ribadisce - Tutto è accaduto guarda caso pochi giorni dopo un mio intervento politico contro la Giunta comunale dell’epoca: ho pieno rispetto delle Forze dell’ordine e non mi sarei mai permesso di dire qualcosa contro chi indossa una divisa. Ringrazio i miei avvocati e tutti i testimoni».

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali
Necrologie