"Punire la multinazionale che licenzia nonostante gli utili"
La richiesta del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Marco Fumagalli dopo l'annuncio di 42 licenziamenti.
Punire la multinazionale che licenzia 42 persone nonostante gli utili. Questa la richiesta forte avanzata dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Marco Fumagalli.
Licenziamenti e delocalizzazione
La vicenda è quella dell'azienda americana Commscope che ha annunciato alcune settimane fa il taglio di 42 persone, più di un quarto della forza lavoro presente, nel sito di Agrate Brianza. L'obiettivo della multinazionale è infatti quello di delocalizzare parte delle attività in India e in Cina. A nulla è servito anche il tentativo di mediazione con i sindacati nella sede di Monza di Assolombarda.
Il caso all'attenzione della Regione
Fumagalli era già intervenuto chiedendo che la questione venisse portata all'attenzione della Commissione attività produttive del Consiglio regionale.
Una punizione e una condanna
Ora la nuova richiesta a due livelli. Innanzitutto alla Stato, affinché intervenga con una sanzione all'azienda. E poi al mondo imprenditoriale affinché condanni e prenda le distanze da "un modello d'impresa che pensa solo al profitto".
Le parole del consigliere regionale Fumagalli
"In relazione a quanto sta accadendo presso la Commscope con il licenziamento di 42 persone a causa dello spostamento di parte dell’attività in India e Cina, mi aspetto una dura condanna da parte delle associazioni imprenditoriali - si legge nella nota di Marco Fumagalli del Movimento 5 Stelle - Commscope, all’interno del proprio bilancio 2021, ha dichiarato di avere un ROE, indice che esprime in maniera sintetica la redditività e la remunerazione del capitale proprio, pari al 26%. Significa che annualmente ogni 100 euro che investite il rendimento netto è di 26 euro. Si tratta di una azienda florida, che a questo punto viene da ipotizzare licenzi esclusivamente per incrementare il proprio profitto, spostando la produzione dove meglio le conviene. Occorre che la politica nazionale ed europea pongano un freno a queste multinazionali, che attraverso questo sconsiderato modo di fare impresa mettono in gravissima difficoltà tante famiglie. Serve anche però la netta condanna da parte del mondo imprenditoriale. Questo modello d’impresa, che pensa solo al profitto e apre e chiude in base alla redditività di breve periodo, sta distruggendo il nostro Paese e il suo tessuto industriale e di conseguenza i posti di lavoro. Si devono in qualche misura sanzionare le imprese che procedono a licenziamenti collettivi, non dettati da crisi aziendale, ma esclusivamente dalla volontà di realizzare maggiori profitti. I licenziamenti motivati solo dalla logica del profitto e non dalla salvaguardia della continuità aziendali dovrebbero esseri nulli e se l’azienda vuole procedere, deve pensare a ricollocare i lavorati nel mercato del lavoro a proprie spese. Oppure che paghino una sanzione per i costi sociali a cui questi licenziamenti “per profitto” causano alle casse dello Stato".