Barlassina

Recupera oltre 450 lettere e cartoline di un medico alpino della Grande guerra

Il lavoro certosino di Luciano Allievi, che donerà tutto il materiale raccolto alle Penne nere di Mariano Comense

Recupera oltre 450 lettere e cartoline di un medico alpino della Grande guerra
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Più di 450 fra lettere, cartoline, telegrammi, ma anche foto, biglietti e disegni di un capitano medico degli Alpini della Prima guerra mondiale.

Recupera oltre 450 lettere e cartoline di un medico alpino della Grande guerra

Il barlassinese Luciano Allievi ha raccolto e ordinato tutto ed è in procinto di donare il materiale agli Alpini di Mariano Comense. Il protagonista di questa storia si chiamava Luigi Coiro, un giovane medico nato a Potenza che si ritrovò catapultato negli ospedali da campo del fronte del Friuli, fra i giovani soldati feriti, mutilati oppure malati, eppure ogni giorno non perdeva l’occasione di scrivere alla sua famiglia in piazza Duca della Verdura a Potenza, ai genitori e anche alla fidanzata. Che fosse anche solo un bigliettino in cui diceva che stava bene e sperava che anche a casa fosse tutto a posto, quasi tutti i giorni mandava loro almeno un messaggio.

Luigi Coiro

«Racconta la quotidianità, quello che vede dall’ospedale da campo - spiega Luciano Allievi - Una testimonianza più cruda e reale della guerra».

Data la sua passione per questo tipo di documenti, il barlassinese è riuscito a riorganizzare tutto il materiale in ordine cronologico, dopo averlo ottenuto circa una decina di anni fa.

«Un mio amico di Bari mi ha detto che aveva trovato queste lettere in una casa d’aste in Germania e ho deciso di fare questo lavoro per far conoscere la storia di questo medico alpino - racconta - Leggere le cartoline è un po’ laborioso perché scriveva molto piccolo, ma sono riuscito a ingrandirne al computer una ventina».

Anche un ufficiale medico non poteva scrivere liberamente durante la guerra, visto che c’era una censura piuttosto stretta, ma dai suoi racconti traspare comunque un forte sentimento.

«So che si trovava fra Friuli e Veneto e chissà che avventura sarà stata per lui di Potenza anche solo andarci. Non dice in che ospedale stava, ma ci teneva a raccontare le sue preoccupazioni. Per me a suo modo è un eroe: vedeva la guerra dalle retrovie, dai racconti dei malati, e c’è una lettera che mostra proprio una tristezza d’animo; doveva essergli successo qualcosa quel giorno».

Non mancano poi i documenti più personali, fra cui alcuni disegni della fidanzata fatti proprio dal giovane alpino. «Mi ha colpito anche il rispetto dell’avversario, perché nonostante lo avessero fatto prigioniero, gli austriaci gli permettevano di scrivere a casa».
Per Allievi questo lavoro è poi stato il modo di riallacciare i rapporti con una persona speciale. «Ho conosciuto il generale Francesco Paolo Figliuolo a Napoli durante l’emergenza rifiuti - continua - Dissi: “Oh che bello! Ci sono gli Alpini anche a Napoli” e lui si girò per rispondermi: “Sì, ma io sono di Potenza”; Che figura… Lo conosco personalmente e gli ho portato tutto il mio lavoro, visto che lui e Luigi Coiro sono entrambi ufficiali degli Alpini ed entrambi di Potenza e ne era entusiasta. Mi ha mandato una lettera in cui si diceva “orgoglioso del profondo attaccamento a valori così elevati” e quando una persona ti scrive così fa molto piacere».

Malgrado la grande mole di materiale, Allievi è riuscito a ricostruire poco della vita di quest’uomo: «Ero in contatto con il Comune di Potenza per poter consegnare tutto a loro e magari scoprire qualcosa sulla famiglia, ma si sono dimostrati poco collaborativi», conclude. Comunque almeno il sindaco Paolo Vintani ha apprezzato il lavoro del suo concittadino: «Uno strumento per cercare di trasmettere ai nostri giovani gli orrori della guerra, il valore della pace e il rispetto della dignità degli avversari».

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