Villasanta

Centro islamico alla ex Lombarda, il centrodestra villasantese chiede al sindaco di vigilare

I consiglieri di opposizione di centrodestra: "Diventerà sicuramente una moschea non autorizzata"

Centro islamico alla ex Lombarda, il centrodestra villasantese chiede al sindaco di vigilare
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"Una moschea non autorizzata nell’area ex Lombarda Petroli non la vogliamo, il sindaco Luca Ornago intervenga subito e tenga monitorata la situazione per garantire la sicurezza dei cittadini villasantesi".

Come era prevedibile non si è fatta attendere la reazione politica degli esponenti del centrodestra di Villasanta alla notizia, data in anteprima martedì dal Giornale di Vimercate e dal nostro sito primamonza.it, relativa all’acquisto di un capannone di via Mattei da parte dell’associazione islamica "Daawa" di Giussano.

Clima politico incandescente a pochi mesi dalle elezioni

Dunque la futura apertura di un centro islamico nell’ex Lombarda Petroli fa discutere e surriscalda il clima politico a pochi mesi dalle elezioni amministrative del prossimo anno. L’edificio acquistato dall’associazione Daawa, dicevamo, si trova al confine con Monza, all’interno di un capannone dismesso di via Mattei.
Si tratta di un capannone dismesso di 15 vani, ubicato al secondo piano di un immobile industriale dell’ex area Lombarda Petroli. Tutto questo sarà possibile grazie all’associazione islamica "Daawa" che ha la sua sede a Giussano, in via Cavour, da parecchi anni e che qualche mese fa, ad aprile precisamente, ha perfezionato, dal notaio, l’acquisto di parte di un immobile di proprietà del "Fallimento lombarda petroli".

L'acquisto del capannone

Non è ancora chiaro se l’acquisto del capannone villasantese sia propedeutico alla decisione di abbandonare definitivamente Giussano per trasferirsi in paese. La cifra di acquisto dello stabile è top secret. Invece sembrerebbe molto più chiara la sua destinazione: l’immobile accoglierà, con tutta probabilità, un centro culturale che potrà ospitare i fedeli musulmani per la preghiera. Ma non solo, infatti potrebbe diventare un vero e proprio centro di aggregazione con molteplici attività: dai corsi di lingua di italiano e arabo ad aiuto concreto per le tante famiglie musulmane che hanno bisogno di sbrigare pratiche burocratiche fino a centro di raccolta viveri sempre per le famiglie bisognose; e, ancora, sede di conferenze e riunioni, sull’esempio di molti centri aperti in Brianza.  Il capannone, dicevamo, rientra all’interno del comparto "Ecocity".

L'immobile non ha una destinazione a luogo di culto

Nel frattempo la notizia, nei giorni scorsi, ha iniziato a circolare in paese. Qualcuno ha parlato della realizzazione di una moschea. In realtà l’immobile acquistato dal sodalizio islamico non ha una destinazione a luogo di culto; per questo motivo, al momento, l’uso dei locali non contemplerebbe attività religiosa. Una vicenda molto simile a quanto accaduto a Giussano a partire dal 2010, quando l’associazione culturale prese in affitto un bar. Una decisione che aveva scatenato una dura battaglia legale tra il sodalizio e l’Amministrazione comunale giussanese

La presa di posizione della Lega

"Interrogheremo prontamente sindaco e Giunta chiedendo se fossero al corrente di questo nuovo insediamento e in che modo intenderanno monitorare i futuri sviluppi - hanno sottolineato i consiglieri della Lega Federico Cilfone e Antonio Cambiaghi - Come verificatosi in situazioni analoghe, questo spazio sarà destinato alla preghiera, trasformandosi in una moschea non autorizzata. In Italia è bassa la percentuale luoghi di culto islamici riconosciuti. Tutte gli altri sono infatti moschee abusive, classificate ambiguamente come associazioni di promozione della cultura islamica; escamotage che sfrutta le lacune della Legge 7 dicembre 2000, n. 383 nota come "Disciplina delle associazioni di promozione sociale". Chiediamo pubblicamente al sindaco, nonché assessore alla sicurezza, di approfondire urgentemente e sorvegliare gli sviluppi di questa attività per garantire la sicurezza dei villasantesi".

"Centro culturale islamico come grimaldello per aggirare la legge"

"La doverosa premessa è che non ho nulla contro le associazioni islamiche ma tutti noi abbiamo ancora negli occhi le immagini di quanto accaduto in passato in viale Jenner a Milano, per esempio - ha aggiunto Massimo Casiraghi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia - Sappiamo tutti che l’utilizzo dell’etichetta del centro islamico è una specie di grimaldello che viene utilizzato per poi agevolare l'apertura di luoghi di culto. E’ un fatto preoccupante e chiediamo al sindaco di vigilare e cercare di intraprendere tutte le strade per rallentare o stoppare il loro arrivo a Villasanta. Mi preme anche sottolineare che, mentre noi garantiamo un accesso agli islamici nei nostri territori, la cosa non è reciproca nei paesi a maggioranza islamica. Basta pensare a ciò che è successo nelle ultime settimane in Pakistan con assalti alle chiese cattoliche".

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