“Dopo Bake off… ora Don Matteo”. E non poteva esserci striscione (rigorosamente scherzoso) di accoglienza migliore per il 32enne don Matteo Frigerio, il nuovo coadiutore della comunità pastorale Sant’Apollinare di Arcore che ha iniziato la giornata di ieri, domenica, indossando i paramenti sacri per la messa di ingresso celebrata in Sant’Eustorgio… e l’ha proseguita, nel pomeriggio, indossando invece guanti e grembiule per impastare gustose frittelle in oratorio, mettendosi letteralmente al servizio dei suoi nuovi parrocchiani.
Arcore accoglie il nuovo coadiutore don Matteo Frigerio
Nonostante sia arrivato ad Arcore da poche settimane il 32enne Don Matteo Frigerio ha già saputo conquistare l’affetto delle sue “pecorelle”. Frizzante, vulcanico, carismatico e pronto a testimoniare il Vangelo in tutte le sue sfumature. Lo sanno bene i suoi ex parrocchiani di San Fruttuoso (Monza) che hanno avuto modo di apprezzare il suo carisma durante gli anni trascorsi a Monza.
Ieri, domenica, dicevamo, in occasione della festa patronale di Sant’Eustorgio, il sacerdote, nativo di Oggiono, ha celebrato la messa delle 10 alla presenza delle autorità cittadine. Oltre ai suoi genitori in prima fila c’era anche il sindaco Maurizio Bono accompagnato dai consiglieri comunali Daniela Sperti e Tommaso Confalonieri. Nutrita anche la pattuglia dei suoi ex parrocchiani di San Fruttuoso, arrivati ad Arcore per salutare l’amato pastore.
La vocazione
Fin da piccolo don Matteo ha sempre frequentato la parrocchia e l’oratorio, dove ebbe la fortuna di incontrare bravi sacerdoti che hanno ispirato la sua vocazione. “In parrocchia per anni ho fatto il chierichetto, l’animatore in oratorio e l’educatore2. Successivamente, prima di maturare l’idea di seguire il Signore, don Matteo aveva un pochino abbandonato la frequentazione dell’oratorio. Ma, nel 2010, un brutto incidente in bicicletta gli ha letteralmente cambiato la vita.
“Avevo 17 anni e mi trovavo in giro in bici con gli amici quando, ad un certo punto, ho preso un sasso e sono letteralmente volato, terminando la mia corsa sul prato – ha raccontato il sacerdote – Oltre ad essere pieno di lividi sulla schiena avevo anche rotto una vertebra. Mi ricoveranono per una decina di giorni in ospedale e poi dovetti rimanere a casa per tante settimane. Però, proprio in quel dramma, se così vogliamo chiamarlo, ho iniziato a riflettere su che cosa il Signore chiedesse alla mia vita”.
“Cari arcoresi litigheremo molto ma… “
Tornando alla celebrazione del mattino concelebrata con il parroco don Virginio Vergani, don Frigerio, durante l’omelia, si è presentato ai suoi parrocchiani, raccontando alcuni passaggi fondamentali della sua vocazione e di quanto il Signore lo abbia ricompensato con i suoi doni durante gli anni del seminario e di sacerdozio. Ma non è mancato un invito all’unità, al volersi bene, anche se ognuno con le proprie idee.
“Siamo tutti diversi tant’è che in Brianza si suol dire “Cent co, cent crap” (tante teste, tanti pensieri diversi) – ha sottolineato il sacerdote – Cari arcoresi probabilmente litigheremo anche tanto in questi anni però il Signore ci chiede di volerci bene anche se diversi. Ricordiamoci che siamo tutti un solo corpo radunati dal Signore. Nella vita abbiamo la possibilità di intercettare la parabola di altre persone che entrano nella nostra esistenza come voi siete entrati nella mia”.
Nel pomeriggio, in oratorio, il sacerdote si è messo letteralmente al servizio della comunità anche aiutando i cuochi a preparare delle gustose frittelle.