«A breve avremmo voluto festeggiare i 170 anni di attività, invece l’esondazione del 22 settembre ci ha messo in ginocchio, costringendoci a chiudere almeno fino al 31 ottobre. Ma il Seveso non ci fermerà, ci rialzeremo».
Non nasconde l’amarezza Stefania Nava, titolare della storica lavanderia in via Brianza a Lentate sul Seveso (fondata nel 1855) che di generazione in generazione (con lei siamo alla quinta), è quasi arrivata al traguardo di due secoli di storia. Duecento anni di passione, impegno e sacrifici che rischiavano di essere spazzati via dalla furia del torrente, che ha inondato il negozio e messo fuori uso tutti i macchinari.
Lavanderia ultracentenaria allagata dal Seveso
«Non è mai successo nulla di simile – spiega Nava, mentre ci mostra le pareti ingiallite dall’acqua mista a fango, arrivata a un metro e mezzo di altezza – Per i primi 70 anni la lavanderia era in via Tintoretto (zona Lomagna) e il maltempo non ha mai causato problemi, poi ci siamo spostati nella vicina via Brianza, ma a parte un allagamento nel 1976 e qualche criticità in caso di piogge molto forti non abbiamo mai registrato grossi danni».
GUARDA LA GALLERY (10 foto)










La mamma era in negozio quando il torrente è esondato
Di certo non della portata della violenta alluvione di settembre:
«Un “fiume” è sceso velocemente dal Mocchirolo e altra acqua è arrivata dal Seveso – aggiunge ripercorrendo i terribili momenti di quel lunedì – Quando ha iniziato a piovere forte mia mamma Giuseppina Clementi, che abita nel cortile a fianco, era già in negozio. Quando ha capito che la situazione stava peggiorando è tornata a casa, ma l’acqua è entrata anche lì. Allora le ho detto di salire da mio fratello Francesco, che era già al lavoro».
“Grazie a chi ci ha aiutato”
Per trarre in salvo la 74enne è stato allertato l’elicottero dei Vigili del Fuoco, «ma lei era troppo spaventata e non è voluta salire. Allora abbiamo aspettato che smettesse di piovere per raggiungerla. A distanza di giorni è ancora molto provata, se fosse per lei avremmo dovuto chiudere. Ma io non voglio darla vinta al Seveso». Ringrazia di cuore Alpini, Caritas e «i tanti cittadini che non conosco neppure ma si sono dati da fare per aiutare noi e gli abitanti del cortile in un momento drammatico».
“Danni ingenti, ma non ci arrendiamo”
Quando la situazione è tornata tranquilla, Nava ha fatto la conta dei danni, che sono molto ingenti:
«Tutti i macchinari vanno sostituiti, si tratta di tre lavasecco e tre assi da stiro. Per non parlare del bancone, degli arredi, dei sacchetti, delle grucce, non ci è rimasto nulla. E poi ci sono le pareti da far asciugare, da intonacare e imbiancare…».
I capi dei clienti sono stati portati a un’altra lavanderia «a cui ci siamo appoggiati per rilavare e stirare tutto quello che si è bagnato. In questi giorni siamo impegnati a fare le consegne». Nava non si fa piegare, è decisa a rimboccarsi le maniche e ripartire, ancora più forte di prima, guardando al futuro con ottimismo: «Quando riapriremo organizzeremo una bella festa… E magari amplieremo anche l’attività».