L'appello dei bimbi della scuola di Aicurzio: "Non uccidente l'orsa Jj4"
La quinta della scuola elementare "Alighieri" ha lanciato un appello anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere che l'orsa che ha ucciso un runner in Trentino non venga abbattuta

Nessuno osi uccidere l’orsa "Jj4". Un forte appello alle istituzioni, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e, soprattutto, alle coscienze quello che hanno voluto lanciare 21 baby studenti della classe quinta della scuola elementare "Alighieri" di Aicurzio.
"Armati", si fa per dire, di fogli, penne, pastelli, pennarelli e tanta fantasia, i bambini, nei giorni scorsi, sotto la supervisione delle maestre Nicoletta Besana, Stefania Masella e Anna Bonofiglio, hanno preparato disegni e poesie per sensibilizzare l’opinione pubblica ed evitare l’abbattimento del mammifero che lo scorso 5 aprile, ricordiamo, aggredì mortalmente Andrea Papi, il runner 26enne, a Caldes, in provincia di Trento, mentre stava facendo jogging su un sentiero, nel bosco.
"Maestre perchè?"
"”Maestre perchè?”, è stata questa la domanda con la quale siamo state accolte dai bambini all’indomani della tragedia avvenuta in Trentino nella quale ha perso la vita un giovane runner - hanno raccontato le insegnanti - I nostri studenti fin da subito hanno capito che l’orsa sarebbe stata cercata e uccisa dalle guardie forestali. Noi insegnanti abbiamo dovuto, in primis, far riflettere sulla morte di un uomo, sul dolore dei propri cari perchè questo aspetto sembrava quasi fosse sfuggito. Invece era ben chiaro a tutti i bambini quanto fosse grave l’accaduto, ma l’abbattimento di un’orsa non era certo la soluzione del problema. Durante la discussione sui perchè di questa decisione una alunna ha timidamente sussurrato: “E’ una vendetta”. Una parola che suonava alle orecchie di tutti come una parolaccia. Quante domande sono poi proseguite ma è chiaro che negli occhi e nei cuori dei bambini era sempre l’uomo che aveva permesso che succedesse ciò".
Una forte presa di posizione
Una forte presa di posizione, a favore dell’orsa, condita anche con tante domande che i piccoli hanno rivolto alle loro insegnanti. "Maestra i cartelli per avvertire che nel bosco si potevano incontrare gli orsi c’erano?», hanno domandato gli studenti. E poi ancora: «Ma se ci sono altri orsi nel bosco non può succedere la stessa cosa? Allora li dovranno uccidere tutti? I genitori del ragazzo morto non sono arrabbiati con gli uomini che dovevano attrezzare bene il bosco? Farebbe ancora più male punire chi non c’entra niente. Bisogna trovare chi ha liberato degli orsi in un bosco senza prendere le giuste precauzioni".
"Ci siamo chieste come potevamo dare torto alle considerazioni dei nostri alunni"
Considerazioni e domande che hanno portato Besana, Masella e Bonofiglio, le insegnanti, ad accogliere le istanze dei piccoli.
"Ci siamo subito chieste come potevamo dare torto alle considerazioni dei nostri alunni? - hanno proseguito le insegnanti - Ce lo siamo domandate come cittadine e come educatrici. Ecco perchè è nata l’esigenza di far sapere cosa è successo nella nostra piccola classe di ventun bambini, ai quali si sta cercando di insegnare a ragionare con la propria testa, a rispettare l’habitat perchè la natura è e sarà sempre più forte di fronte alla stoltezza e all’avidità dell’essere umano".