Arcore

"Ribrezzo e pena per chi ha brindato per la morte di Berlusconi"

La dura presa di posizione del docente universitario Raffaele Mantegazza, esponente della Sinistra arcorese

"Ribrezzo e pena per chi ha brindato per la morte di Berlusconi"
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"Suscita ribrezzo e profonda pena l’iniziativa di Arci Blob di Arcore di organizzare un “Di-party-to” in occasione della morte di Silvio Berlusconi, con tanto di immagine sui social e spillette in omaggio ai primi cento avventor".

Non ha usato mezze misure il dicente universitario ed esponente della Sinistra arcorese Raffaele Mantegazza. L'ex assessore alla Cultura durante il primo mandato di Rosalba Colombo ha voluto esprimere tutto il suo sdegno per l'iniziativa messa in campo da Arci Blob di Arcore lunedì sera scorso, a poche ore dalla morte dell'ex presidente del Consiglio.

Una locandina macabra

Una locandina macabra, pubblicata sui Social poche ore dopo la morte dell'ex premier Silvio Berlusconi che ha rimandato ad un evento che si è svolto lunedì sera scorso.

"Dipartyto": è questo il titolo della serata organizzata dall'Arci Blob e si trova in via Casati, ad Arcore. Un evento chiaramente organizzato per "festeggiare" e brindare la morte dell'86enne Berlusconi, avvenuta stamattina all'ospedale San Raffaele di Milano. E in locandina berlusconi vestito da uno dei sette nani.

La dura presa di posizione di Mantegazza

"C’è chi sostiene che la morte è l’unità di misura di tutte le cose, che davanti alla morte e al morire gli esseri umani si mostrano per quello che realmente sono - ha sottolineato Mantegazza in esclusiva a priamamonza.it - Questo vale forse per la nostra morte (nessuno può davvero saperlo) ma certamente per la morte degli altri. Per questo motivo suscita ribrezzo e profonda pena l’iniziativa di Arci Blob di Arcore di organizzare un “Di-party-to” in occasione della morte di Silvio Berlusconi, con tanto di immagine sui social e spillette in omaggio ai primi cento avventori. Non si tratta solo di dire giustamente e un po’ retoricamente che la morte di chiunque va rispettata, ma di fare un discorso più politico, e di constatare con amarezza che c’è chi ha così poche cose da dire attorno alla vita (proposte, progetti, speranze, utopie) che deve attaccarsi alla morte di un’altra persona per far parlare di sé e per fare festa. Il disgusto che iniziative simili suscitano è ovviamente prima di tutto morale ma in secondo luogo politico: con quale faccia possiamo poi attaccare “gli altri” per le loro volgarità, per la loro i­mmoralità, per la loro mancanza di rispetto?".

"Il mio giudizio su Berlusconi non cambia"

In un passaggio del suo intervento il docente universitario ha voluto comunque rimarcare la sua distanza politica dall'ex presidente del Consiglio.

"Sia chiaro che il mio giudizio sul Berlusconi politico non cambia di una virgola nella sua negatività, anche dopo la sua morte - ha concluso Mantegazza - Ma una certa parte della sinistra (per fortuna non tutta) è rimasta al traino di Berlusconi (del Berlusconi politico) per trent’anni, reagendo alle sue parole e alle sue provocazioni come per un riflesso condizionato, pendendo dalle sue labbra, giocando sempre di rimessa ma senza mai fare goal. Adesso ci si dimostra dipendenti da lui anche nel momento della sua morte. E temo che per queste persone e il loro modo di fare (?) politica (?) questa dipendenza patologica dal berlusconismo continuerà per anni e ne sancirà l’ennesimo trionfo. E con essa proseguirà lo stato comatoso di una sinistra (posizione a cui appartengo e che non rinnego). che nel più totale deserto di idee e proposte si attacca alle spillette in morte di un avversario. E da chi non ha un'idea di come si dovrebbe vivere in una società civile non si può pretendere rispetto per la morte. Di nessuno".

 

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