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Rsa Arcore, il Tar chiede nuovi documenti al Comune e ai ricorrenti e rinvia la decisione a giugno

Il Tar Lombardia ha chiesto nuovi documenti al Comune di Arcore e ai ricorrenti e ha fissato una nuova udienza per il prossimo 12 giugno 2024

Rsa Arcore, il Tar chiede nuovi documenti al Comune e ai ricorrenti e rinvia la decisione a giugno
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Se ne riparlerà in estate, precisamente  il prossimo 12 giugno, quando è stata fissata la nuova udienza del Tar Lombardia. Con una ordinanza emessa nei giorni scorsi il Tar ha dunque rinviato la decisione riguardante la costruzione della Rsa davanti al Palaunimec di Arcore. Ricordiamo che la questione era approdata  davanti al Tar lo scorso 14 febbraio.  Dopo giorni di attesa è arrivata la comunicazione del collegio giudicante (formato dal presidente Gabriele Nunziata con Sivia Cattaneo e Valentina Caccamo)  il quale si è preso del tempo per decidere e ha chiesto nuovi documenti sia all'Amministrazione comunale di centrodestra guidata da Maurizio Bono che ai ricorrenti.

U.S Casati, Comune e Borgo Lecco Iniziative davanti al Tar

Ricordiamo che davanti al Tar Lombardia abbiamo la U.S. Casati Arcore, società che gestisce il palazzetto dello sport Palaunimec, il Comune di Arcore e  "Borgo Lecco Iniziative", la società che vorrebbe realizzare la rsa nel pratone davanti alle scuole Dorotee.

Dunque bisognerà attendere ancora qualche mese per sapere cosa deciderà il tribunale in merito al ricorso presentato dall’associazione sportiva biancoverde guidata da Antonio Radice. Ricorso contro il Comune che, tecnicamente, ricordiamo, venne presentato nel novembre del 2021, un mese dopo l’elezione di Maurizio Bono a sindaco.

I documenti richiesti

Il Tar ha dunque richiesto al Comune e ai ricorrenti la copia della deliberazione della Giunta della Regione Lombardia del 14 dicembre 2001, n. 7435; la copia dell’articolo 4 delle n.t.a. del piano dei servizi; una tavola progettuale da cui si evincano con chiarezza le aree destinate aciascuna delle due residenze e quelle comuni; gli atti dovranno essere depositati in giudizio a cura della parte ricorrente e la tavola di cui al punto 3 a cura dell’amministrazione comunale, entro il termine di trenta giorni dalla comunicazione della presente ordinanza.

La sentenza di giugno potrebbe avere esiti diametralmente opposti. Se il Tar dovesse dare ragione alla Casati  il privato dovrebbe sedersi a un tavolo con il Comune per riavviare la progettazione, sempre che l'operazione sia ancora allettante dal punto di vista economico. Se desse ragione alla Borgolecco, ci sarebbe comunque da fare i conti con l’incognita di un eventuale ricorso al Consiglio di Stato da parte della Casati.

 

Una sfida a colpi di carte bollate

Una guerra a colpi di carte bollate che, paradossalmente, però, offre un assist clamoroso all’Esecutivo di centrodestra. Bono, durante la campagna elettorale del 2021, aveva promesso ogni azione per cercare di fermare l’opera anche se, con molta onestà, aveva anche ammesso la difficoltà di bloccare l’intervento senza che il privato, "Borgolecco iniziative", potesse pretendere un risarcimento danni. A questo punto la patata bollente passa direttamente nelle mani del Tar che dovrà decidere sull’annullamento, o meno, della delibera di Giunta impugnata proprio dalla "Casati".

Il ricorso, ricordiamo, venne presentato contro la decisione dell’allora Giunta di centrosinistra guidata da Rosalba Colombo, approvata a fine luglio del 2021, a pochi mesi dal termine del mandato amministrativo. In concreto la "Casati" chiede al Tar Lombardia di pronunciarsi su diverse questioni.

"Il progetto prevede una densità edilizia molto superiore rispetto a quella consentita nel Piano di Governo del Territorio - avevano dichiarato i membri della Casati - Inoltre sorge un dubbio sulla conformità tra la soluzione adottata in progetto e i limiti di capienza massima previsti dalla legge sul numero degli ospiti".

Un progetto poco vantaggioso per gli arcoresi?

Infine, il sodalizio sportivo contesta il fatto che a fronte di una struttura di circa 7mila metri quadrati complessivi, verrà ceduta al Comune un’area pari ad appena 138metri quadrati, ovvero un cinquantesimo del totale. Insomma per Radice il progetto sarebbe molto vantaggioso per l’operatore e poco per gli arcoresi. L’opera, ricordiamo, se otterrà il via libera dal Tar verrà realizzata da "Borgo Lecco Iniziative", l’immobiliare della famiglia Perego, famosa nel mondo per il marchio Peg.
Il piano attuativo approvato dalla precedente amministrazione prevede: la creazione di 10 posti auto in via Quasimodo e la disponibilità ad ulteriori opere per la sosta da definire in fase di progetto esecutivo, pari a 40mila euro. La rsa potrà ospitare ben 160 ospiti, di cui 40 per il nucleo alzheimer. E’ previsto uno sconto del 10% sulla tariffa per il 10% di posti occupati da cittadini arcoresi segnalati dai servizi sociali. La priorità sarà data agli arcoresi.

Le opere di urbanizzazione

Le opere di urbanizzazione che realizzerà il privato equivalgono a circa 550mila euro e sono così suddivise: parcheggio interrato da 63 posti per dipendenti e visitatori più altri 20 posti auto all’ingresso. Inoltre verrà sistemato il parcheggio che si trova lungo via Edison (davanti alle scuole Dorotee), verrà realizzata la pista ciclopedonale su via Sant’Apollinare e verrà sistemato il parcheggio di via Matteotti.

Il privato si impegnerà altresì a realizzare anche la pista ciclopedonale da via Sant’Apollinare a via Volta e, in totale, ci sarà un aumento dei posti auto pubblici sul quartiere pari a 35, senza contare gli 83 stalli di sosta riservati alla sola casa di riposo. Il ricorso, però, non contiene nessuna richiesta di sospensiva.

Infatti l’atto principale, quello contestato da Casati, necessita di essere perfezionato con la Scia, cioè il titolo abilitativo che deve rilasciare il Comune.

Ricordiamo che il progetto è stato fortemente osteggiato, nel corso degli anni, anche dai residenti del quartiere per l’impatto che avrebbe su tutta la zona, nella quale sono presenti numerosi istituti scolastici e palestre.

 

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