Ucciso e sepolto in un campo a Desio, rinvio a giudizio per il presunto killer
Il 35enne marocchino, che si trova in carcere, dovrà rispondere di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Si va a processo davanti alla Corte d’Assise di Monza per l’omicidio del “vecchio carcere” di Desio. Prima udienza fissata a metà dicembre (venerdì 15) per il 35enne marocchino Sadik Ilhami, accusato di avere ucciso per questioni di droga un connazionale, il 53enne Omar Annaoui.
Omicidio nel vecchio carcere a Desio, a dicembre il processo
L'uomo era stato trovato seppellito il 28 agosto 2022 all'esterno della vecchia casa mandamentale di Desio, a pochi metri dalla caserma dei Carabinieri di via Caduti di Nassirya. Il nordafricano ha scelto di affrontare il dibattimento davanti ai giudici della Corte, invece del rito abbreviato che, in caso di condanna, gli avrebbe garantito lo sconto di un terzo della pena (trattandosi di un omicidio “semplice”, senza aggravanti, e quindi non punito con l’ergastolo, gli era consentito avvalersi del rito alternativo). Per lui è stato dunque pronunciato il rinvio a giudizio. Le accuse contestate sono quelle di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
La vittima è stata picchiata e strangolata
Il 35enne è stato raggiunto da provvedimento di fermo, eseguito nel marzo scorso e, da allora, è ancora detenuto in carcere. Secondo la ricostruzione dell’accusa, la vittima è stata picchiata, probabilmente a mani nude, alla testa e al torace, e poi è stata strangolata con un tubo di gomma, prima di essere seppellita in pochi centimetri di terra, in un campo di granturco a qualche decina di metri dalla caserma dell'Arma, in via Caduti di Nassirya. Le indagini, che partono dalla testimonianza di un uomo che ha indicato ai militari il cadavere, portano a Sadik Ilhami, 35 anni, senza fissa dimora, anch’egli marocchino con precedenti di piccolo conto.
Unico imputato un marocchino di 35 anni
Alla sua identificazione si è arrivati in fretta, ma i Carabinieri lo hanno cercato per mesi. L’uomo è stato individuato in un centro commerciale a Lissone, a marzo di quest’anno, mentre acquistava dei vestiti. All'uomo si è arrivati grazie alle informazioni del testimone, un altro nordafricano, e al riscontro degli esami del Dna sull'area e sul luogo del delitto, avvenuto in una vecchia casa mandamentale abbandonata (un istituto di custodia per detenuti accusati di reati lievi), a pochi metri dal luogo del seppellimento. L'uomo avrebbe adoperato un carrello da supermercato per spostare il cadavere. La lite fra i due sarebbe avvenuta per questioni legate allo spaccio di droga. Nei mesi scorsi, in tribunale, si è celebrato l’incidente probatorio che ha messo a confronto l’indagato con il testimone chiave che ha aiutato i Carabinieri a scoprire il cadavere. Nonostante gli inquirenti sospettassero che non avesse agito da solo, Ilhami resta comunque l’unico imputato.