Giorno del Ricordo

Martiri delle Foibe, Lissone commemora le vittime e gli esuli

Il sindaco Concetta Monguzzi, con l'Associazione Venezia Giulia e Dalmazia e i rappresentanti delle associazioni civili e militari

Martiri delle Foibe, Lissone commemora le vittime e gli esuli
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Una cerimonia ristretta, questa mattina, a Lissone per commemorare i martiri delle foibe e gli esuli giuliano-dalmati davanti alla stele eretta nella piazza a loro dedicata.

Foibe, la cerimonia a Lissone

Questa mattina, domenica 14 febbraio, il sindaco Concetta Monguzzi insieme alle associazioni civili e militari e ai rappresentanti dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia hanno celebrato il Giorno del Ricordo.

Una piccola delegazione, in ottemperanza alle norme anti contagio, ha voluto rendere omaggio agli italiani che nel secondo Dopoguerra hanno dovuto lasciare le loro terre in Istria, Dalmazia e sul litorale adriatico al termine del Secondo conflitto mondiale.

Un particolare riferimento è stato rivolto soprattutto a quanti, dopo essere stati arrestati, persero la vita tragicamente in fondo alle foibe per mano delle milizie del regime jugoslavo.

Presenti alla cerimonia anche Diego Formenti, vicepresidente della sezione brianzola dell'Anvgd, il prevosto don Tiziano Vimercati, il maresciallo dei Carabinieri Luigi Iacobucci e i rappresentanti delle tante associazioni d'Arma lissonesi.

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Il dovere della memoria

Il primo cittadino, così come il vicepresidente dell'Anvgd, ha voluto ricordare l'importanza della storia e del ricordo di una tragedia che per molti anni è stata sottaciuta e spesso dimenticata.

Nei giorni scorsi, sul tavolo del sindaco Monguzzi è arrivata anche una lettera del consigliere comunale Roberto Perego con la quale le chiedeva di "impegnarsi" a lavorare per far togliere l'onorificenza al maresciallo Josip Broz Tito concessa nel 1969, quando era presidente della Repubblica di Jugoslavia, dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.

Nei giorni scorsi ho ricevuto una lettera aperta nella quale mi si richiede di adoperarmi per sostenere l'approvazione della proposta di modifica della legge numero 178 del 3 marzo 1951, al fine di permettere la revoca delle onorificenze concesse dalla Repubblica Italiana anche a persone defunte, qualora queste fossero riconosciute responsabili di crimini contro l'umanità. Successivamente a questa approvazione, di procedere alla revoca dell'onorificenza concessa al maresciallo Tito.

Questo il messaggio letto dal sindaco Concetta Monguzzi, in risposta alla richiesta del capogruppo e leader della civica Lissone in movimento.

La storia dice che l'onorificenza dello Stato italiano (Cavaliere di Gran Croce, decorato di Gran Cordone) nel 1969 è stata assegnata al maresciallo Tito. La richiesta di modifica di legge nazionale rimane di competenza parlamentare, cui spetterà avviare un dibattito in tal senso. Da parte mia auspico che tale dialogo possa poggiare le basi sulla condanna di ogni nazionalismo, di ogni strascico recrudenziale, e che sia un dibattito lontano da pericolosi revisionismi storici e da infauste rivendicazioni politiche. La distanza di tempo intercorsa da quei fatti ci offre, comunque, oggi la possibilità di comprendere la storia, i fatti, le responsabilità. Mi auguro che il dibattito parlamentare, già avviato con richiesta di modifica di legge, possa giungere ad una costruzione della verità nazionale: se togliere una onorificenza vuol dire ridare pace a chi ha sofferto, ai parenti, ai figli e ai nipoti, è giusto che la storia faccia il proprio corso, distaccandosi anche simbolicamente da ogni dittatura e da ogni sua recrudescenza.

Le altre cerimonie

Mercoledì, in occasione del 10 febbraio in cui si celebra il Giorno del Ricordo, anche negli altri Comuni della Brianza si sono ricordate le vittime delle foibe e le famiglie di esuli.

A Monza la cerimonia si è tenuta davanti alla stele alla presenza del primo cittadino Dario Allevi e del presidente della Provincia Luca Santambrogio.

A Muggiò, invece, il sindaco Maria Fiorito e i vertici dell'Anvgd hanno reso omaggio alla figura di Norma Cossetto cui è dedicata la piazza e il relativo monumento realizzata nell'area pedonale di viale Casati.

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