Monza e Brianza: il referendum "unisce" i ragazzi del Pd e della Lega
Sia i Giovani democratici che gli esponenti della Lega giovani sono contro un taglio della rappresentanza parlamentare.
Monza e Brianza: il referendum "unisce" i ragazzi del Pd e della Lega. Sia i Giovani democratici che gli esponenti della Lega giovani sono contro un taglio della rappresentanza parlamentare.
Monza e Brianza: il referendum "unisce" i ragazzi del Pd e della Lega
Monza e Brianza: il referendum "unisce" i ragazzi del Pd e della Lega. Alleati in momenti diversi al Movimento 5 Stelle, che ha nel taglio dei parlamentari un suo cavallo di battaglia, Lega e Partito democratico si sono trovati a sostenere una Legge nella quale non credono sino in fondo. Così, anche se i due leader nazionali, Matteo Salvini e Nicola Zingaretti si sono schierati ufficialmente per il Sì non sono mancati i distinguo, anche a livello locale. Il senatore vimercatese del Partito democratico Roberto Rampi si è schierato ufficialmente per il No ancora prima che il Pd a livello nazionale prendesse una posizione ufficiale mentre è di pochi giorni fa l'ufficializzazione del No anche da parte del consigliere regionale della Lega Andrea Monti.
In Brianza, insomma, fra chi è in politica o in amministrazione è molto più agevole trovare chi vota No e lo dice la sua (fra gli Azzurri c'è ad esempio l'onorevole Andrea Mandelli) che viceversa. Ovviamente se si escludono gli esponenti del Movimento 5 Stelle che votano convintamente Sì. In articoli precedenti a questo abbiamo ospitato le posizioni del senatore Gianmarco Corbetta (qui) e del consigliere regionale Marco Fumagalli (qui), dove sono riportate anche indicazioni per il voto del 20 e 21 settembre.
In sintesi ricordiamo che chi metterà la croce sul Sì darà il via libera al taglio di 345 parlamentari, mettendo la croce sul No si bloccherà invece questa riforma votata a grande maggioranza dal Parlamento.
I Giovani democratici MB dicono No al taglio
I Giovani democratici di Monza e Brianza si sono schierati ufficialmente per il No una decina di giorni fa. Perché "il taglio lineare dei parlamentari non modifica in alcun modo l’assetto complessivo delle due Camere: è lecito quindi dubitare che l’efficienza delle nostre assemblee legislative migliorerebbe, restando inevasi tutti quei temi (bicameralismo paritario, rapporti tra Stato, regioni e autonomie locali) che meriterebbero una riforma più completa e organica.
"Molte aree del Paese, specie quelle meno popolate e più periferiche, rischierebbero di restare mutilate di una rappresentanza parlamentare: il taglio dei costi, spesso elemento centrale nella propaganda in favore del SI, appare irrisorio in relazione al bilancio dello stato e certo non compensa questo possibile taglio della rappresentanza".
Questo anche se "spesso la classe politica di questo Paese non ha dato buona prova di sé: tuttavia, concludere per questa ragione, come traspare spesso nella propaganda per il SI al referendum, che la rappresentanza dei cittadini, la politica e il Parlamento siano costi da tagliare, significa fornire allo sdegno frequentemente comprensibile dei cittadini e delle cittadine una risposta sbagliata se non pericolosa. La via maestra per rendere migliore la nostra classe dirigente dovrebbe essere quella di concentrarsi sulla qualità, non sulla quantità: come si
selezionano e come si formano i nostri rappresentanti dovrebbero essere le domande che davvero interpellano chi vuole migliorare la qualità della politica in questo Paese".
Lega giovani: "l'antipolitica non è una soluzione ai nostri problemi"
La Lega giovani, che si è ritrovata mercoledì sera a Biassono per parlare di politica e future iniziative, non ha invitato palesemente i coetanei a votare No al referendum, anche se il ragionamento, alla presenza del consigliere regionale Alessandro Corbetta e del commissario provinciale Andrea Villa, porta a questo.
“Come Lega giovani Monza e Brianza - ha sottolineato il coordinatore provinciale Matteo Lando - vogliamo invitare i nostri coetanei a non essere sopraffatti da un sentimento di rassegnazione che si traduce in un odio generale nei confronti della politica. L'antipolitica e la guerra all'istituzione non sono la soluzione ai nostri problemi: la politica si occuperà sempre di noi e dispiace constatare che, al posto di portare avanti azioni serie per il futuro delle nuove generazioni, chi ci governa faccia leva su un sentimento collettivo solo per guadagnare consenso elettorale ma senza alcun concreto vantaggio".
E ancora: "Noi, come giovani impegnati attivamente in politica, crediamo ancora nella speranza di un cambiamento che passi dalla qualità, dalle idee e dai progetti, e soprattutto dall'ascolto quotidiano dei problemi dei cittadini, non dai tagli di democrazia e rappresentanza”.