Cerimonia

A Lentate posata la pietra d'inciampo dedicata a Carlo Ambrogio Vergani

Partecipata e toccante manifestazione questa mattina in via Tonale a Copreno.

A Lentate posata la pietra d'inciampo dedicata a Carlo Ambrogio Vergani
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C'erano l'Amministrazione comunale di Lentate sul Seveso, il parroco don Marcello Grassi, i rappresentanti dell'Arma, della Polizia Locale, dell'Anc, della Croce Rossa, dell'Avis, dell'Aido, dell'Avl e dell'Anpi, ma anche tantissimi studenti stamattina, sabato 27 gennaio 2024, in via Tonale a Copreno, all'ingresso della scuola primaria, per la posa della pietra d'inciampo dedicata a Carlo Ambrogio Vergani, nato proprio in via Tonale, nella Cascina Grigioni, l’8 novembre 1909 e morto il 23 novembre 1944 nella località di Saargemund (Mosella), dopo essere stato catturato dai tedeschi e internato.

Tanti studenti alla posa della pietra d'inciampo

Alla partecipatissima e sentita cerimonia era presente anche il tenente Cesare Prada, in rappresentanza del Comitato per le pietre d'inciampo, che collabora con i Comuni per riportare simbolicamente a casa i militari o semplici cittadini deportati durante la Seconda guerra mondiale, vittime della follia nazista. Significativa la presenza dei ragazzi delle scuole, insieme alle insegnanti e alla dirigente Tolomea Rubino, che ha dichiarato:

"Ringraziamo l'Amministrazione comunale per l'invito, è importante che si siano i bambini perché loro sono i nostri testimoni e possono portare un messaggio di memoria e pace".

 

I messaggi dei bambini e del Consiglio comunale dei ragazzi

E proprio alle nuove generazioni il sindaco Laura Ferrari ha affidato il compito di aprire la manifestazione, attraverso la poesia "Un paio di scarpette rosse" di Joyce Lussu e altri contributi sull'importanza di non dimenticare e di combattere il male: "Ci auguriamo di diventare dei bravi cittadini del domani, imparando i valori del rispetto e dell'altruismo". Il Consiglio comunale dei ragazzi ha invece ricordato la toccante esperienza fatta un paio di settimane fa dagli studenti di terza media, che hanno visitato il binario 21 e hanno avuto modo di incontrare la senatrice a vita Liliana Segre. A fine anno, inoltre, si recheranno in gita alla Risiera di San Sabba (Trieste), il più grande campo di concentramento in Italia. Dai ragazzi più grandi è arrivata anche una promessa:

"Purtroppo ci siamo resi conto che molti dei nostri compagni non sapevano cosa fossero le pietre d'inciampo e nemmeno che a Lentate ne fossero già state posizionate due - hanno ammesso - Ci impegneremo a diffondere la conoscenza di questa importante iniziativa".

La lettera dell'assessore Domenico Pansera

Subito dopo la parola è passata all'assessore all'Istruzione Domenico Pansera, che ha condiviso una lettera immaginaria allo scrittore Primo Levi, che ha sperimentato il baratro della deportazione:

"Ogni deportato ci chiede di non dimenticare quello che è successo e di non dimenticarlo. Dobbiamo essere portatori di pace e ti chiediamo come agire per evitare che questo orrore si perpetui nella storia. Forse all'orrore e al baratro non c'è limite e quando ci chiudiamo nei nostri egoismi poniamo le basi per una nuova stagione di orrore. Per evitare che ciò accada bisogna invece tutelare gli ultimi, gli oppressi, i più fragili".

La ricerca dell'assessore Matteo Turconi Sormani

L'assessore alla Cultura Matteo Turconi Sormani ha invece ripercorso l'iter che ha portato alla posa della pietra d'inciampo per Vergani:

"Nasce tutto dalla memoria dei coprenesi e in particolare di mia mamma, che qualche tempo fa mi ha raccontato che c'era un membro della famiglia dei Favel della Cascina dei Grigioni che era stato deportato. Mi sono subito attivato, prima facendo una ricerca nell'archivio del Comune, consultando gli attestati di nascita e morte, e poi rivolgendomi al professore seregnese Francesco Mandarano, che da anni aiuta le famiglie e i Comuni a riscoprire le storie delle vittime dell'Olocausto e della deportazione. Siamo così riusciti a ricostruire la storia di Carlo Ambrogio e abbiamo contattato i famigliari: oltre ai nipoti qui presenti, Angelo, Ezio, Teresina e Giancarla, c'è il figlio, il sacerdote di Lazzate don Virginio Vergani, che però per motivi di età non è potuto venire".

Don Marcello Grassi: "Ragazzi, tenete vive le domande e insegnateci cosa significa costruire la pace"

Don Marcello Grassi ha infine rivolto un invito ai ragazzi:

"Tenete vive le domande e insegnateci cosa significa costruire la pace, che nasce dal dialogo tra le generazioni e tra le diverse culture. Nel dialogo e nell'incontro con l'altro dobbiamo cercare la pace e la libertà".

La posa della pietra d'inciampo

Dopo aver letto brevemente la storia di Carlo Ambrogio Vergani, il sindaco Ferrari, con l'aiuto dell'assessore Andrea Pegoraro, ha posato il blocchetto di pietra ricoperto di ottone lucente con incisi i dati del coprenese, per poi scoprire la targa che ripercorre la sua storia.

"In questo modo ogni volta che passerete da qui inciamperete nella sua storia e terrete vivo il suo ricordo", ha concluso il primo cittadino.

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