Arcore

L'ex vicesindaco Tozzi: "Ecco tutta la verità sulle telecamere"

Intervista esclusiva all’ex vicesindaco Pino Tozzi dopo la visita della Guardia di Finanza a Largo Vela

L'ex vicesindaco Tozzi: "Ecco tutta la verità sulle telecamere"
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"È stato il sindaco a voler installare le telecamere nelle frazioni della città". Dire che è inviperito è poco. L’ex vicesindaco di Arcore  Pino Tozzi vuota il sacco e va all’attacco sulla questione telecamere che due settimane fa ha portato le Fiamme Gialle negli uffici comunali di Largo Vela.  E lo fa tirando in ballo proprio il primo cittadino Maurizio Bono.

La visita delle Fiamme Gialle a Largo Vela

La vicenda, ricordiamo, prende le mosse dall’acquisto e successiva installazione di alcune telecamere del sistema di videosorveglianza, ubicate in via Monginevro (davanti alla scuola elementare Giovanni XXIII e media «Stoppani») e in via D’Immè. Il sospetto degli uomini della Guardia di Finanza è che sia stato messo in atto un comportamento irregolare, da parte del Comune, per favorire l’acquisto degli apparecchi nella ditta dove lavorava il figlio dell’ex vicesindaco Pino Tozzi.
Per capire i contorni della vicenda, che spiegherebbero in maniera palese il perché del siluramento improvviso dell’ex vicesindaco da parte del sindaco Bono, avvenuto nel maggio di quest’anno, dobbiamo tornare a quanto accaduto nel luglio del 2022 quando gli uffici comunali decisero di attuare una procedura di assegnazione diretta (e quindi senza gara d’appalto) per l’acquisto di telecamere da installare in alcune zone della città.

Il bando scuole sicure

Una necessità, in verità, dovuta al fatto che il Comune, avendo partecipato al bando «scuole sicure», era stato individuato tra i soggetti beneficiari di risorse finanziarie per la realizzazione di attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi di istituti scolastici. I tempi stretti per ottenere i finanziamenti ministeriali per installare le telecamere imponevano il posizionamento delle stesse in poche settimane. Circostanza che portò gli uffici a richiedere preventivi di spesa ad alcune aziende del settore per poi affidare l’incarico proprio all’azienda nella quale lavorava il figlio dell’ex vicesindaco e attuale coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia. Non è tutto perché pare che quelle telecamere siano state successivamente installate su diversi pali della luce in maniera abusiva proprio da parte del Comune che quindi avrebbe usufruito di energia elettrica senza pagare Enel, che ha inviato una raccomandata arrivata negli uffici di Largo Vela.

La difesa di Tozzi

"Innanzitutto mi preme sottolineare che il comandante della Polizia locale (Marco Bergamaschi, ndr) ha sempre agito in piena autonomia e nel rispetto della normativa che prevede l’affidamento diretto anche in assenza di più offerte sotto una determinata soglia di spesa - ha dichiarato Tozzi - Sul progetto “Scuole sicure” posso dire che il Comune venne individuato tra i soggetti beneficiari di risorse finanziarie per la realizzazione di attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi di Istituti scolastici sulla scorta della circolare del Ministero dell’Interno del 28.07.2022 che le chiedeva entro 30 giorni. La circolare prevedeva sia la richiesta di finanziamento, la presentazione anche di un progetto che la ditta aggiudicataria doveva realizzare in termini ristrettissimi per l’implementazione di 3 telecamere presso la scuola media Stoppani e la scuola elementare Giovanni XXIII di via Monginevro. Fu la necessità di non perdere i finanziamenti previsti ad imporre l’affidamento diretto. E il sindaco ne era a conoscenza perché partecipò ad una riunione organizzativa insieme a me, a Bergamaschi e ad un funzionario della ditta incaricata. Aggiungo anche che mio figlio, tirato in ballo ingiustamente in questa vicenda, era all'oscuro di questa operazione. Abbiamo chiesto diversi preventivi; la ditta in cui lavorava ci propose un prezzo molto più basso, quasi la metà di spesa rispetto agli altri preventivi. In ogni caso ribadisco che non è l’assessore che si occupa di acquistare le telecamere, ma i funzionari... ".

L’allacciamento abusivo e le telecamere in via D'Immè

Sulla vicenda dell’allacciamento abusivo ai pali della luce sostiene: "È stato fatto un allacciamento provvisorio ai nostri pali della luce per provare le telecamere; Enel ne era al corrente e ha fatto un richiamo al Comune per per metterci di fare richiesta di contatori ad hoc visto che per l’energia elettrica il Comune paga un forfait. Sempre durante quella riunione fu il sindaco a chiedere l’installazione di telecamere nelle frazioni. Inizialmente mi impegnai per posizionarle a Cascina del Bruno. Poi alcune difficoltà a livello tecnico ci fecero cambiare idea: per questo motivo furono installate prima alla frazione La Cà. In particolare la prima telecamera installata in via D’Immè punta su via Monte Cervino, verso un parcheggio dove la sera ci sono furti e che si anima di personaggi sospetti che fanno scambi di merci. La seconda telecamera guarda verso via D’Immè fino in fondo perché la sera le coppiette si appartano abbandonando ogni tipo di rifiuto. Mi sento in diritto e in dovere, per l’onorabilità della mia persona e soprattutto per il doveroso rispetto che nutro verso coloro che mi hanno gratificato del loro voto, di rispondere e fare chiarezza su questa dolorosa e inaspettata vicenda che mi ha profondamente ferito. Avrò tanti difetti ma posso tranquillamente affermare di aver sempre, nella mia lunga storia di uomo politico, di lavoratore, imprenditore e padre di famiglia agito nell’orgoglio delle mie idee, forte di una sana formazione al rispetto dei valori della lealtà, della parola e della “cosa pubblica” con onestà e trasparenza. Mi è difficile non replicare al trattamento riservatomi che giudico vergognoso, ignobile e inaccettabile. Andrò fino in fondo, la verità dei fatti deve essere acclarata".

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